Coronavirus, nella fase 2 potrebbero ritornare le zone rosse: ecco il parere degli esperti

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di Alessia Strinati
La fase 2 è alle porte, ma se qualcosa andasse storto potrebbero tornare le zone rosse. A partire dal 4 maggio inizierà per tutti gli italiani un lento ritorno alla normalità che però imporrà delle rigide regole da rispettare per continuare ad arginare il contagio, visto che per qualche mese bisognerà convivere con il virus.

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Si parla di mascherine obbligatorie, distanziamento sociale, tutto verrà organizzato nel dettaglio e ci saranno controlli rigidi per far rispettare le regole, ma se qualcosa dovesse andare storto e dovessero esserci aumenti nei contagi non si esclude il ripristino di zone rosse. Il comitato tecnico scientifico suggerisce di fare attenzione all'ormai celebre indicatore "R-0" cioè, come spiega l'Istituto Superiore di Sanità, il “numero di riproduzione di base che rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno emergente". Se questo parametro, che ora si attesta sullo 0,7 circa, dovesse tornare a 1, il Governo deciderà se istituire di nuovo zone rosse, ovvero isolate.

Tenere conto di questo fattore è molto importante, spiegano gli esperti: «Quanto maggiore è il valore di R0 e tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’epidemia. Se invece il valore di R0 fosse inferiore ad 1 ciò significa che l’epidemia può essere contenuta».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Aprile 2020, 14:11
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