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Il professore sostiene che sebbene i numeri inizino ad essere incoraggianti il rischio di mandare di nuovo il sistema sanitario al collasso è altissimo e per questo non bisogna abbassare la guardia. La riapertura dovrà essere graduale, lenta ed esclude l'ipotesi di scaglionarla regione per regione. «Mettere delle date è una cosa in parte impropria e in parte pericolosa. Noi stiamo con tenendo la diffusione del virus ma non abbiamo fatto né per eliminarlo, perché non ci sono farmaci di comprovata efficacia, né per prevenirne la diffusione, visto non c’è un vaccino. Dare una data, soprattutto a breve, può ingenerare dei falsi messaggi», ha spiegato aggiungendo che ogni epidemia procede ad ondate. I virologi parlano di andamento non lineare e quindi il rischio che si possa tornare ad avere dei picchi è molto alto.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Aprile 2020, 10:58
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