Strage discoteca Corinaldo, genitori disperati all'obitorio: «La nostra vita è finita»

Strage discoteca Corinaldo, genitori disperati all'obitorio: «La nostra vita è finita»

di Simone Pierini
Le urla di dolore. «Era mia figlia, aveva solo 14 anni, vi rendete conto...». Riesce a stento a tenersi in piedi, e urla in lacrime davanti all'obitorio degli Ospedali Riuniti di Ancona la madre di una delle vittime della strage avvenuta la notte scorsa nella discoteca 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo dove sono morte sei persone (cinque adolescenti e una madre che aveva accompagnato il figlio al concerto di Sfera Ebbasta LA LISTA DELLE VITTIME). Tutti sono rimasti schiacciati o soffocati nella calca che si è formata probabilmente dopo che qualcuno ha spruzzato spray urticante.

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Il drammatico momento del crollo dei parapetti sotto il peso della calca VIDEO



Alla donna, sorretta da una parente, i sanitari presenti mettono una pesante coperta sulle spalle per coprirsi. Molti congiunti delle giovani vittime, arrivati all'obitorio, parlano in lacrime al telefono, altri siedono fuori della struttura impietriti dal dolore in una situazione quasi irreale. Alcuni genitori delle vitime attendevano i figli fuori dalla discoteca, attrezzati anche con coperte in auto per riportarli a casa alla fine del concerto. Per loro sono stati attivati servizi di assistenza psicologica.

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«Abbiamo visto dei corpi stesi per terra, coperti da teli bianchi e un uomo che si aggirava, come un sonnambulo... Continuava a ripetere "mia figlia è morta"». È il racconto di una donna arrivata all'ospedale di Torrette di Ancna per assistere la figlia di 14 anni rimasta ferita.

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«La mia vita è finita», piange Giuseppe Orlandi, padre di Mattia Orlandi, 15 anni, di Frontone, uno dei 6 morti nella calca della discoteca di Corinado, all'uscita dell'obitorio dell'azienda Ospedali Riuniti di Ancona.
«Solo in Italia succedono queste cose, se è vero che quella è una discoteca che al massimo contiene 300 persone.  Miattia era andato con la navetta, era la seconda volta che ci andava. Mio figlio non me lo ridarà nessuno».

Con lui ci sono altri parenti e la moglie, dopo il riconoscimento della salma sono saliti subito in auto per lasciare Torrette.
Ultimo aggiornamento: Sabato 8 Dicembre 2018, 16:34
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