La lavorazione del corallo di Torre del Greco tra i beni Patrimonio dell'Umanità. A Parigi la cerimonia per l'Unesco

La lavorazione del corallo di Torre del Greco tra i beni Patrimonio dell'Umanità. A Parigi la cerimonia per l'Unesco

di Mario Fabbroni
Ambasciata d'Italia a rue de Varenne, nel cuore di quella Parigi che tutti sognano: a sinistra la Torre Eiffel, sulla destra Notre Dame, praticamente a due passi dalla zona glamour della Senna. 
La raffinata ambasciatrice Teresa Castaldo è davanti allo specchio: ha appena indossato uno dei suoi abiti più eleganti quando mette al collo un prezioso cimelio in corallo. Bellissimo.



Il tesoro rosso lavorato dalle sapienti e secolari mani degli artigiani corallari di Torre del Greco oggi sarà infatti protagonista assoluto di un evento organizzato in grande stile dall'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice): l'atto finale per diventare Patrimonio dell'Umanità, bene inestimabile protetto dall'Unesco. Roba top secret, sia per il valore dei gioielli e dei reperti trasportati a Parigi che per l'eccezionalità delle procedure. 
L'ambasciatrice Teresa Castaldo, del resto, non è solo la padrona di casa nel prestigioso palazzo del VII Arrondissement parigino a Saint Germaine, la zona più esclusiva della capitale francese: fresca di nomina (ha assunto l'incarico solo lo scorso 25 gennaio), la Castaldo è un'esperta nella tutela dei marchi e dei brevetti industriali nell'ambito della legislazione europea sulla proprietà intellettuale. Particolare forse non insignificante: è napoletana, nonché docente di Diritto dell'Unione Europea presso l'Istituto Universitario L'Orientale di Napoli. Altro indizio tutt'altro che irrilevante: la sede mondiale dell'Unesco si trova a un isolato di distanza dall'Ambasciata d'Italia a Parigi. Come dire che la lavorazione artigianale del corallo fatta da decenni a Torre del Greco sta per entrare nell'ambito elenco del Patrimonio dell'Umanità attraversando il portone principale. Forse non a caso Ferdinando IV di Borbone soprannominò la cittadina costiera la "spugna d'oro "del suo regno.



Tutto congiura positivamente per aggiungere una nuova perla alla trafila di luoghi, monumenti e beni immateriali dell'Unesco.
L'Italia vanta il maggior numero al mondo di siti protetti: la lavorazione del corallo di Torre del Greco (il Tresòr Rouge, il tesoro rosso, come da titolo della cerimonia di presentazione che si terrà domani) entrerà invece nell'apposito elenco dei beni immateriali, creato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per inserire capolavori intangibili (spesso tramandati per via orale) allo scopo di salvaguardarli ed evitarne la scomparsa. Anche La pizza napoletana, qualche mese fa, è diventata patrimonio culturale dell'Unesco.



In volo verso Parigi c'erano i rappresentanti delle dinasty torresi più importanti (Mazza, Ascione, De Simone, Aucela, Iacobelli) e il commissario prefettizio Giacomo Barbato. Il comparto è raccolto in Assocoral che vanta più di cinquanta ditte che danno lavoro a 300 aziende e 2200 addetti, mentre il 70% della produzione viene venduto all'estero. 
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Aprile 2018, 10:02
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