Sono stati arrestati Ubaldo Pelosi (52 anni) e Carmine Bassetti (49) con l’accusa di terrorismo ed eversione per aver fatto esplodere una bomba il 21 maggio 2020 davanti al Centro per l'impiego di Avellino. Un piano studiato a tavolino: l’ordigno, posizionato in un cestino per i rifiuti, aveva mandato in frantumi un vetro spesso un centimetro. I due erano stati individuati grazie al racconto di un testimone, le successive intercettazioni avevano confermato il loro coinvolgimento e svelato che era in preparazione un secondo attentato. I due arrestati sono un commercialista e un restauratore, entrambi frustrati dalle misure di contenimento anti Covid-19, tanto da spingersi a gesti folli. E affascinati dal movimento dei Gilet Arancioni, contestazione molto attiva su Internet e con manifestazioni in piazza, guidato dal generale Antonio Pappalardo, e dalle arringhe dell'avvocato romano Edoardo Polacco, che in quel periodo redigeva e distribuiva moduli per denunciare i vertici dello Stato.
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Particolarmente gravi i reati contestati a Pelosi e Bassetti: oltre alla circostanza aggravante per reati commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, gli inquirenti li ritengono responsabili di un atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, e della fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di esplosivi.
Nel corso dell'attività investigativa sono emersi gli intenti rivoluzionari dei due indagati manifestati, peraltro, anche durante manifestazioni pubbliche organizzate ad Avellino come quelle dell'ottobre 2020. Malgrado alcune perquisizioni abbiano rivelato l'attività investigativa della polizia giudiziaria, Pelosi e Bassetti avevano pianificato un'altra azione violenta che, per fortuna non è stata portata a termine.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Luglio 2021, 22:10
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