«Basta carta e penna, basta concorsi ottocenteschi. E basta anche alberghi pieni come stadi». In un'intervista a La Nazione-Il Giorno-Il Resto del Carlino, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, parla della «rivoluzione» dei concorsi pubblici disegnata nell'ultimo decreto Covid.
«Innanzitutto abbiamo sbloccato quelli arenati anche a causa della pandemia: potranno riprendere dal 3 maggio grazie a un nuovo protocollo validato dal Cts. In secondo luogo abbiamo riformato l'accesso a regime alla Pa, digitalizzando l'intero processo, dalla presentazione della domanda alla pubblicazione delle graduatorie.
Cambiano anche le modalità di selezione. «Abbiamo abolito le prove preselettive attraverso i quiz logico-matematici: vogliamo tornare a dare valore ai titoli di studio e ai percorsi formativi», sottolinea Brunetta. E ai critici, convinti che la riforma penalizzi i più giovani, risponde: «Voglio rassicurarli, e metterli in guardia dai cattivi maestri che li spaventano. Ben venga discutere nel merito. Ma difendere le preselettive per come sono state effettuate fino a oggi no, è inaccettabile», rileva il ministro.
Ultimo aggiornamento: Domenica 18 Aprile 2021, 09:26
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