Bimbi morti o disabili per il Citrobacter, accuse archiviate per cinque casi. L'ira dei genitori: «Vogliamo giustizia»

Jacopo, 4 anni, non vede e non parla a causa dell'infezione che lo ha colpito alla nascita in ospedale. Sette indagati dalla Procura, che ora archivia le accuse

Bimbi morti o disabili per il Citrobacter, accuse archiviate per cinque casi. L'ira dei genitori: «Vogliamo giustizia»

di Redazione web

Un'esistenza condannata da un'infezione che gli ha devastato il cervello. Jacopo, 4 anni, fu colpito alla nascita dal citrobacter al punto nascite dell'ospedale di Borgo Trento a Verona. Un contagio che nel 2019 provocò lesioni gravissime, permanenti ed irreversibili al bimbo appena nato, provocando la morte di tre bambini e danni ad altri cinque. Dopo le denunce dei genitori, e le indagini della magistratura, il centro nascite fu chiuso il 12 giugno 2020 per la sanificazione dal batterio killer, scrive il Corriere della Sera.

In questi giorni, una nuova profonda ferita per i genitori dei bambini contagiati. La procura, infatti, ha comunicato l'archiviazione nei confronti di otto casi, perché non ci sono elementi sufficienti per sostenere l’accusa dei sette sanitari indagati per omicidio colposo e lesioni gravissime. Otto casi che non sono numeri, ma si tratta di tre neonati deceduti e cinque gravemente lesionati dal batterio.

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Accuse ridotte

Tra loro c'è anche Jacopo, che non parla, non vede e non può stare seduto, a causa dei danni subiti in diverse aree cerebrali. «Danni irreversibili, una disabilità gravissima e debilitante che non permetterà mai a mio figlio di avere un’esistenza come i suoi coetanei. Mai», le parole di Valentina, la mamma di Jacopo.

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Contagio dal rubinetto

Il batterio si era annidato in un rubinetto dell’acqua utilizzata dal personale della terapia intensiva neonatale e anche nei biberon all’ospedale; il contagio, dunque, ha seguito un doppio binario arrivando a colpire negli anni, quasi un centinaio di bambini.

Ma secondo i periti della procura solo una parte delle infezioni si sarebbero potute evitare se si fosse intervenuto in modo adeguato.

Niente giustizia

Dopo l'archiviazione delle accuse, rimaste in piedi solo per due bambini, sono insorti i genitori di tutti gli altri. «Niente processo per i nostri figli colpiti dal citrobacter? Questa non è giustizia», protestano le madri ed i padri che hanno trenta giorni di tempo per opporsi e chiedere al gip nuove indagini. «Per l’inferno del citrobacter non abbiamo ricevuto né spiegazioni, né scuse né, tantomeno, offerte di risarcimento. Adesso rischiamo di vederci tolte anche la verità e la giustizia, noi e soprattutto il nostro bimbo che pagherà per sempre un prezzo altissimo».


Ultimo aggiornamento: Domenica 16 Aprile 2023, 19:08
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