Droga, farmaci vietati e documenti falsi sul dark web: chiuso un "black market”

Sequestrati anche Bitcoin (Btc) e Monero (Xmr) per circa 3,6 milioni di euro

Droga, farmaci vietati e documenti falsi sul dark web: chiuso un "black market”

Documenti di identità falsificati, farmaci vietati, carte di credito clonate e soprattutto un infinito campionario di droghe. Questi alcuni degli annunci che i frequentatori del dark web potevano trovare su DeepSea piattaforma di vendita on-line di ogni genere di merce illegale. Un black market sequestrato dalle fiamme gialle in collaborazione con Europol nell'operazione “Dark Huntor”. In vendita c'erano anche virus informatici e strumenti per incrementare l'anonimato online anche per bypassare blocchi governativi. 

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Il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma ha concluso una sofisticata indagine tecnica nel mondo dei black market del dark web individuando gli amministratori del noto DeepSea, sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Brescia. Il bilancio è di due arresti e otto denunce. L'indagine, fa sapere la guardia di finanza, avviata nel corso del mese di luglio 2020, ha consentito di identificare in provincia di Modena «un soggetto attivo nel riciclaggio di criptovalute oltre che ideatore e creatore di un Black Market del Dark Web, denominato DeepSea» e di arrestarlo insieme ad un altro soggetto. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche Bitcoin (Btc) e Monero (Xmr), per un controvalore di circa 3,6 milioni di euro, tre autovetture di lusso per circa 370.000 euro, nove orologi di marca per circa 90.000 euro, oltre a vari dispositivi informatici utilizzati per commettere i reati. 

Gli investigatori sono riusciti ad individuare i soggetti coinvolti nella gestione del DeepSea, che funzionava con le stesse modalità di un normale sito di e-commerce, con la differenza che gestiva e promuoveva la vendita di prodotti di natura illecita, sfruttando l’anonimato del protocollo Tor, caratteristico del Dark Web. Sono stati riscontrati più di 1.000 vendor accreditati e più di 110.000 clienti/acquirenti. Nel corso di circa 6 mesi sono stati registrati circa 70.000 ordini di acquisto, di cui oltre 45.000 riferiti alle sole sostanze stupefacenti. In sostanza, hanno allestito l’infrastruttura informatica allo scopo di gestire il Black Market, che si rivolgeva a utenti di tutta Europa e del mondo, e quindi consumare una serie indeterminata di delitti in concorso con i terzi vendor, quali la vendita di sostanze stupefacenti per ingenti quantitativi, valuta contraffatta, documenti di identità falsificati, codici e credenziali relativi a carte di credito o home banking carpiti mediante accesso abusivo a sistemi informatici, tutti delitti aggravati dalla transnazionalità della condotta. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Ottobre 2021, 18:35
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