Chi l'ha visto, Stefano scomparso da Arenzano: l'ipotesi di un debito non pagato

Ritrovata l'auto, si cerca il motorino

Chi l'ha visto, Stefano scomparso da Arenzano: l'ipotesi di un debito non pagato

di Elena Fausta Gadeschi

Ci sarebbe l'ipotesi di un debito non pagato dietro alla scomparsa di Stefano, il fornaio di Arenzano di cui dallo scorso 24 ottobre non si hanno più tracce. A vederlo per l'ultima volta è stata la madre Annamaria, da cui si era trasferito dopo essere stato sfrattato dal proprio appartamento di Savona per morosità.

Chi l'ha visto, Stefano scomparso da Arenzano: era andato a trovare la mamma malata

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Da allora è stata ritrovata la sua auto in un tunnel della città con alcuni effetti personali, tra cui un'agendina blu. All'interno alcuni indirizzi annotati a mano di locali di Varazze, sulla costa di Ponente, dove forse aveva intenzione di recarsi. Ma quando l'inviata di «Chi l'ha visto?» chiede di Stefano nessuno l'ha mai visto. Anche il suo motorino grigio targato CD 72302 risulta introvabile, sebbene alla motorizzazione risulti ancora intestato a lui. Tra gli indirizzi c'è anche l'hotel Ariston, che risulta chiuso per lavori, e un’agenzia di scommesse online. È per questo che il padre Paolo e la compagna Maria avanzano l'ipotesi di un debito non pagato.

Dal genitore si scopre che Stefano si era sbarazzato «degli ori della comunione» e di una catenina d'oro che gli avevano regalato e che gli hanno visto indossare solo una volta.

Queste vendite sarebbero servite per pagare la pesante retta dello zio ricoverato, che il 42enne si era accollato, ma che negli ultimi tempi non riusciva ad onorare. 

«Era un momento basso per lui perché abbiamo notato un lieve cambiamento. È sempre stato un ragazzo un po’ chiuso, non ha mai dimostrato un attimo di cedimento, sempre uguale» spiega commosso il padre, eppure qualcosa deve avere intaccato quell'apparente tranquillità. «Un po’ nervoso lo era, ma non si lamentava e non diceva niente» racconta la madre.

Inspiegabile anche il disordine ritrovato nell'appartamento di Savona dove viveva prima di essere sfrattato. Da quanto si apprende, Stefano era un ragazzo molto ordinato e attento alla pulizia, «fin troppo» conferma Sandro, titolare del forno dove lavorava. Eppure la proprietaria, quando ha preso di nuovo possesso della casa, ha trovato materassi accatastati e oggetti alla rinfusa, come se qualcuno fosse entrato per frugare. La stessa impressione che i genitori hanno avuto nel ritrovare la macchina, molto in disordine e con il sedile del guidatore stranamente molto avanti rispetto al volante.

Il padre, che non è ancora potuto entrare nell'appartamento del figlio per ordine della polizia, sebbene non sia sotto sequestro, mostra i primi segni di cedimento e fa appello al figlio Stefano perché torni presto a casa.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Novembre 2022, 23:21
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