Chi l'ha Visto, parla il sacerdote condannato per l'omicidio di un altro prete: «Se fosse vero, lo avrei ucciso con teatralità»

Chi l'ha Visto, parla il sacerdote condannato per l'omicidio di un altro prete: «Se fosse vero, lo avrei ucciso con teatralità»
A Chi l’ha Visto? parla don Paolo Piccoli, il sacerdote condannato in primo grado per l'omicidio di un anziano prelato, Giuseppe Rocco, nella Casa del Clero a Trieste. La morte del 90enne risale al 2014, ma la sentenza è stata emessa solo pochi giorni fa. «Non l'ho ucciso. E se lo avessi fatto lo avrei fatto con teatralità, non in questo modo così complicato», dichiara Piccoli ai microfoni di Rai Tre, mostrando anche il rito di estrema unzione celebrato al capezzale di don Rocco. 

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A incastrare il sacerdote sarebbero state delle gocce di sangue trovate sul lenzuolo, ma anche le parole della perpetua della vittima, la stessa che ha ritrovato il corpo senza vita nel letto e che ha beneficiato della sua eredità.  
Don Paolo Piccoli è stato condannato a 21 anni e mezzo dalla Corte di Assise di Trieste. I difensori - l’avvocato Stefano Cesco del foro di Pordenone e Vincenzo Calderoni del foro dell’Aquila - spiegano che la presenza del sangue è motivata da una patologia diagnosticata in tempi non sospetti. 

L’accusa di omicidio è subentrata dopo che l’autopsia avrebbe evidenziato chiari sintomi del soffocamento meccanico, mentre la perpetua ha sempre parlato della scomparsa di una catenina. La difesa ha sottolineato durante il processo che la donna era l'unica beneficiaria dell’eredità di don Rocco, consistente in una discreta somma di denaro e alcune proprietà immobiliari che avrebbe poi diviso con i nipoti dell’anziano prelato.

A don Paolo Piccoli viene contestato di aver ucciso don Giuseppe Rocco per impossessarsi soprattutto della collanina che l’anziano prelato indossava sempre. «Alla perpetua davano fastidio i miei due cani», aggiunge Don Paolo Piccoli.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Gennaio 2020, 22:42
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