Chef malato di Sla, parla il fratello: «Insulti sui social? Spesso vengono da parenti di altri malati»

Chef malato di Sla, parla il fratello: «Insulti sui social? Spesso vengono da parenti di altri malati»

di Domenico Zurlo
Paolo Palumbo ha 21 anni ed è malato da quando ne aveva 17, un caso raro per la Sla, malattia che di solito colpisce le persone sopra i 60 anni: del suo caso, della terapia sperimentale in Israele che potrebbe ridargli una speranza e dei terribili insulti ricevuti sui social, vi abbiamo parlato ieri su Leggo.

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Paolo, il cui sogno era fare lo chef, qualche tempo fa inventò un tampone (chiamato Il gusto della vita) che permette a chi non può più mangiare per limiti fisici legati alla salute di riassaporare quei sapori perduti. Un esempio di genio e competenza, per un ragazzo che non vuole arrendersi al destino: la cura Brainstorm potrebbe infatti non solo fermare la malattia, ma anche farla regredire di alcuni stadi.

LA TERAPIA La speranza è che Paolo possa tornare ad una vita normale: la cura costa però in tutto 900mila euro, una cifra enorme. Una raccolta fondi su GoFundMe (qui il link), in meno di tre settimane, ha già raggiunto e superato quota 100mila euro (attualmente sfiora i 110mila): «La spesa della terapia è di 560mila dollari più tra i 300 e i 400mila dollari di spese - dice a Leggo il fratello di Paolo, Rosario - in euro parliamo di una cifra tra i 900mila euro e il milione». «Paolo ha iniziato questa battaglia proprio per portare questa terapia in Italia: successivamente altri malati gli hanno consigliato di provare invece ad andare lui stesso in Israele, per mostrare proprio i risultati di Brainstorm. A quel punto lo Stato italiano non potrà più dire di no, e la terapia potrebbe diventare accessibile anche da noi».
 


GLI INSULTI I social network spesso sono sfogo degli istinti più bassi della popolazione: in questo caso però c’è qualcosa in più di orribile. Gli attacchi ricevuti da Paolo sulla sua pagina Facebook, sia tra i commenti sia in privato, sono al limite della disumanità: «Quelli che abbiamo pubblicato sono molto pesanti, Paolo ha deciso per un po’ di allontanarsi dai social proprio per non leggere certe cose», spiega ancora il fratello Rosario.

Alla base dell’odio ci sarebbe, secondo Rosario, la rabbia dei parenti di altri malati a cui è stato negato l’accesso a Brainstorm: «C’è chi scrive ‘perché a te sì e a mio padre no’, ‘a mia sorella hanno detto no’, ‘sei un privilegiato’, eccetera - le sue parole - poi da questi attacchi si degenera negli insulti che ci mandano invece in privato. Quegli screenshot che abbiamo pubblicato erano messaggi privati».
 

Gli ‘haters’ si organizzerebbero anche in chat e gruppi per prendere di mira i social del giovane chef malato, per attaccare articoli e appelli online (recentemente anche diversi vip si sono espressi positivamente per lui, tra cui il presidente del Torino Urbano Cairo e il centravanti del Cagliari Leonardo Pavoletti). E questa esposizione mediatica non è positiva: «Paolo ora ha paura che tutto questo casino porti i professori in Israele a tirarsi indietro e a non accettarci più», conclude Rosario. Nel frattempo la raccolta continua, si spera con sempre maggior successo: d'altronde al di là degli haters, Paolo ha anche tanti sostenitori che fanno il tifo per lui.
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Maggio 2019, 16:16
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