Caso Saman, a processo tutti i familiari della 18enne pachistana

La prima udienza è stata fissata il 10 febbraio 2023

Caso Saman, a processo tutti i familiari della 18enne pachistana

Rinviati a giudizio tutti i familiari di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021, dopo essersi ribellata a un matrimonio combinato, con un parente, in patria. Lo zio della ragazza, Danish Hasnain e i due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, arrestati nei mesi scorsi in Francia e Spagna, dove erano fuggiti, sono stati i primi ad essere mandati a processo dal gup Dario De Luca.

 

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Inoltre, sono stati rinviati a giudizio anche i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, padre e madre latitanti in Pakistan. L'accusa di cui dovranno rispondere, a vario titolo, è quella di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere. 

La prima udienza è stata fissata il 10 febbraio 2023. L'Unione delle comunità islamiche è stata ammessa come parte civile. Inoltre, sono state accolte anche le richieste di costituzione del Comune di Novellara, dell'Unione comuni della bassa reggiana, del fratello minorenne di Saman, uno dei testimoni principali a carico degli imputati e dell'associazione Penelope, che riunisce familiari e amici delle persone scomparse. Respinte, invece, le eccezioni delle difese dei cinque imputati. Il fratello ancora 17enne, ritenuto un testimone chiave della vicenda, indicò agli inquirenti che ad ammazzare la sorella sarebbe stato lo zio Danish Hasnain.

«Sono soddisfatta dell'accoglimento della nostra richiesta. Il mio assistito, che si trova ancora in una struttura protetta, è da considerarsi parte offesa» ha dichiarato l'avvocato Valeria Miari che rappresenta anche l'Unione dei Comuni della Bassa Reggiana. 

«Coloro che non sono presenti in un processo non sono fantasmi e più delle volte sono vittime di un sistema che dà per scontato cose che non dovrebbero esserlo come l'effettiva consapevolezza di un processo a proprio carico» replica l'avvocato Simone Servillo che difende Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori di Saman.

«Dopo avere esaminato le carte, possiamo dire che gli addebiti mossi a Danish sono infondati. È innocente». Lo sostiene Domenico Noris Bucchi che difende lo zio della 18enne che è accusato di essere l'esecutore materiale dell'omicidio. «La tesi della pubblica accusa si basa su presunzioni, un'ipotesi investigativa basata su semplici sospetti» ha continuato Bucchi che poi ha concluso: «Finalmente oggi abbiamo un processo nel quale siamo certi che potremo dimostrare che Danish non è responsabile dei fatti contestati».

«Nomanhulaq non è responsabile di alcun reato» afferma invece l'avvocato Luigi Scarcella che difende Nomanhulaq Nomanhulaq, cugino di Saman Abbas. «Sicuramente ora a processo non avremo più una lettura parcellizata degli atti di indagine, dai singoli frame alle letture parziali di intercettazioni telefoniche piuttosto che dei tabulati - continua - A dibattimento verificheremo se è successo, cosa e se qualcuno ha partecipato». Infine, anche  Mariagrazia Petrelli, l'avvocato dell'altro cugino Ikram Ijaz, dichiara: «Ci aspettavamo il rinvio a giudizio, ma il mio assistito continua a proclamarsi completamente estraneo ai fatti.

Faremo di tutto per dimostrare la sua innocenza».


Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Maggio 2022, 22:53
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