Il via libera del Parlamento europeo alla direttiva sulle case green – il provvedimento che da qui ai prossimi anni imporrà una ristrutturazione agli edifici più energivori e inquinanti del Vecchio continente – ha sollevato una valanga di polemiche. Già a Strasburgo il centrodestra ha votato contro e la maggioranza di governo si è scagliata compatta contro il testo.
Classe energetica, solo un italiano su 5 è pronto ad adeguarsi
LA LINEA UE
Il testo prevede che gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Al fine di tener conto della diversità del patrimonio immobiliare dei 27 Stati, ogni Stato membro dovrà individuare il 15% degli edifici meno efficienti (secondo l’Ance, in Italia 1,8 milioni), e assegnare loro la classe di prestazione energetica G. Su questi si agirà in via prioritaria e gli interventi andranno fatti al momento dell’ingresso di un nuovo inquilino, oppure al momento della vendita o della ristrutturazione dell’edificio. Le deroghe riguardano monumenti, edifici di particolare valore architettonico o storico, luoghi di culto.
LA STANGATA
Il Codacons ha simulato le spese cui dovranno andare incontro i proprietari di abitazioni nel caso di applicazione della direttiva Ue.
IL GOVERNO
Durante il question time di ieri la premier ha definito la proposta dell’Ue «irragionevole» perché pone «obiettivi temporali irraggiungibili per l’Italia, il cui patrimonio immobiliare è inserito in un contesto molto diverso rispetto agli altri Stati membri della Ue per ragioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come bene rifugio».
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Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Marzo 2023, 13:47
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