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«Sono internato e sto bene»: la cartolina dal campo di prigionia arriva a destinazione dopo 75 anni
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di Maria FLORENZIO
Tutto è bene quel che finisce bene, anche dopo 75 anni. Enzo Caforio per esigenze di lavoro un giorno decide di andare in Germania, in un piccolo paese del Baden Württemberg e, in quella piccola piazza, in quel piccolo mercatino delle pulci, la sua attenzione viene catturata da una cartolina con su scritto Palaggiano, sì, Palagiano, sua terra natia, con due g.
Una cartolina scritta oltre 75 anni fa, più precisamente il 23 dicembre del 1943, nel pieno del Terzo Reich. Scritta dal prigioniero di guerra numero 181512, nel campo di prigionia M-Stammlager IX C: si tratta di Antonio Trotolo, anche lui figlio della terra delle clementine. Una cartolina sicuramente spedita, visto che porta il timbro dell'8 gennaio 1944, ma evidentemente mai arrivata a destinazione. Di qui, il bisogno di Enzo Caforio, quasi fosse una sua missione morale, di mettersi sulle tracce del mittente e dei destinatari di quella cartolina, che racchiudeva, tra le sue righe, la storia, la vita, le emozioni, i sentimenti, di un prigioniero di guerra, che, in qualche modo cercava di mantenere un cordone ombelicale con la sua terra così lontana. Enzo decide di comprare quella cartolina per permetterle di terminare, dopo 75 anni, il suo viaggio fino a Palagiano - in provincia di Taranto - per arrivare nelle mani dei familiari di Antonio.
In quella cartolina, infatti, Antonio scriveva al padre Michele in via Cavour 6 a Palagiano e alla famiglia per dire loro che godeva di buona salute e testualmente riportava: «Io sono militare internato in Germania e sto bene di salute, abbraccio e bacio tutti voi di famiglia. Cordiali saluti zii e cugini». Tornato a Palagiano, Enzo ha così iniziato qualche ricerca e, grazie a Francesco Trotolo, ha ricostruito l'albero genealogico di Michele Trotolo senior, destinatario della cartolina, il capo famiglia, il suo bisnonno. Michele Trotolo, in quegli anni, era sposato con Grazia che aveva dato alla luce sei figli, il primogenito era proprio Antonio, classe 1916. Antonio ebbe la fortuna di sopravvivere alla guerra e si era poi trasferito a Milano dove aveva messo su famiglia, diventando padre di tre figli, Michele, Rocco e Grazia.
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