Cardito, la confessione di Tony Sessoubti Badre: «Li ho massacrati a calci e pugni, ma volevo bene a quei bambini»
di Mario Fabbroni
Bimbo ucciso a Cardito, lasciato agonizzante per ore sul divano. Il patrigno: «Avevo fumato diversi spinelli»
Bimbo ucciso con la scopa, Chi l'ha Visto: «La mamma era lì e Tony ci aveva scritto una mail»
L'italo-marocchino è crollato dopo due giorni di carcere per l'omicidio di Peppe, il figlio di 7 anni della compagna: ha ammesso la propria piena responsabilità e chiarito anche alcuni dettagli non di poco conto mentre veniva assistito dall'avvocato Michele Coronella. Come quello del manico di scopa usato come arma: «Era già rotto e me ne sono servito».
Il patrigno è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato da futili motivi e lesioni aggravate. L'uomo avrebbe usato una violenza senza precedenti sui bambini, colpendoli ripetutamente a calci e pugni e poi finendoli a colpi di manico di scopa. Il bimbo di 7 anni non ha resistito alle numerose lesioni, mentre la sorellina di 8 anni è arrivata in gravi condizioni all'ospedale Santobono di Napoli dove però i medici sono riusciti a curarla e a farla uscire rapidamente dalla prognosi riservata. Terribili le parole del responsabile del Pronto soccorso partenopeo: «In 30 anni di carriera, non avevo mai visto lesioni del genere».
Tra le dichiarazioni dell'accusato c'è anche quella che sembra scagionare la convivente nonché madre dei piccoli: «Ha provato a fermarmi». Una vicina della coppia però ha dichiarato che liti e percosse sarebbero avvenute spesso tra le mura domestiche della famiglia di Cardito: i bimbi infatti spesso andavano a scuola con le parti del corpo coperte, probabilmente per occultare ecchimosi e lesioni evidenti che avrebbero allarmato i docenti.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Gennaio 2019, 09:43
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