Cardito, la confessione di Tony Sessoubti Badre: «Li ho massacrati a calci e pugni, ma volevo bene a quei bambini»

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di Mario Fabbroni
«Volevo bene ai ragazzi come fossero miei, ma quando hanno distrutto la cameretta, in particolare la sponda del letto acquistata con tanti sacrifici, ho perso la testa». Sono le agghiaccianti parole che il 24enne Tony Sessoubti Badre ha detto al cospetto del Gip del Tribunale di Napoli Nord, Antonino Santoro.

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L'italo-marocchino è crollato dopo due giorni di carcere per l'omicidio di Peppe, il figlio di 7 anni della compagna: ha ammesso la propria piena responsabilità e chiarito anche alcuni dettagli non di poco conto mentre veniva assistito dall'avvocato Michele Coronella. Come quello del manico di scopa usato come arma: «Era già rotto e me ne sono servito».

Il patrigno è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato da futili motivi e lesioni aggravate. L'uomo avrebbe usato una violenza senza precedenti sui bambini, colpendoli ripetutamente a calci e pugni e poi finendoli a colpi di manico di scopa. Il bimbo di 7 anni non ha resistito alle numerose lesioni, mentre la sorellina di 8 anni è arrivata in gravi condizioni all'ospedale Santobono di Napoli dove però i medici sono riusciti a curarla e a farla uscire rapidamente dalla prognosi riservata. Terribili le parole del responsabile del Pronto soccorso partenopeo: «In 30 anni di carriera, non avevo mai visto lesioni del genere».

Tra le dichiarazioni dell'accusato c'è anche quella che sembra scagionare la convivente nonché madre dei piccoli: «Ha provato a fermarmi». Una vicina della coppia però ha dichiarato che liti e percosse sarebbero avvenute spesso tra le mura domestiche della famiglia di Cardito: i bimbi infatti spesso andavano a scuola con le parti del corpo coperte, probabilmente per occultare ecchimosi e lesioni evidenti che avrebbero allarmato i docenti.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Gennaio 2019, 09:43
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