Carabinieri Piacenza, Montella tre ore davanti al gip: «Si possono fare errori per vanità»
«Devo prendere una panetta (di hashish, ndr) e faccio gli ovuli. Minchia, gli ovuli li vendiamo subito… Ogni ovulo lo vendo a 100, 120 euro. Li vendo a occhi chiusi, che spettacolo». Parlava così, secondo le intercettazioni riportate negli atti dell'indagine, l'appuntato dei carabinieri Giuseppe Montella, principale indagato nell'inchiesta della procura di Piacenza che ha ricostruito come i militari in servizio nella caserma Levante avessero messo in piedi un giro di arresti illegali, spaccio di droga, pestaggi ed estorsioni fin dal 2017.
«Io se gli faccio vedere gli ovuli quello impazzisce», prosegue Montella parlando con Daniele Giardino, uno dei pusher finiti in carcere mercoledì, e riferendosi a uno dei suoi galoppini, «gli dico: 'Io li ho pagati cari, se li vuoi stanno a tot'». Ad avvalorare la tesi dell'accusa anche la testimonianza di un informatore. «Principalmente parlavo con Montella, il quale mi diceva che comunque tutti gli altri carabinieri della stazione erano "sotto la sua cappella", compreso il comandante Orlando... alcune volte ho parlato anche con Falanga». Così, lo scorso gennaio, davanti agli investigatori, il giovane pusher marocchino che passava le informazioni ai carabinieri infedeli della caserma Levante di Piacenza, descrive la figura di Giuseppe Montella, il leader del gruppo, conosciuto molti anni prima perché faceva il preparatore atletico di una squadra di calcio di cui aveva fatto parte. È quanto emerge dalla carte dei pm piacentini titolari dell'inchiesta 'Odyssesus'.
«Principalmente parlavo con Montella, il quale mi diceva che comunque tutti gli altri carabinieri della stazione erano "sotto la sua cappella", compreso il comandante Orlando... alcune volte ho parlato anche con Falanga». Così, lo scorso gennaio, davanti agli investigatori, il giovane pusher marocchino che passava le informazioni ai carabinieri infedeli della caserma Levante di Piacenza, descrive la figura di Giuseppe Montella, il leader del gruppo, conosciuto molti anni prima perché faceva il preparatore atletico di una squadra di calcio di cui aveva fatto parte. È quanto emerge dalla carte dei pm piacentini titolari dell'inchiesta 'Odyssesus'.
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Il ragazzo è l'autore degli audiomessaggi inviati al maggiore Rocco Papaleo e fatti poi ascoltare da quest'ultimo alla polizia locale di Piacenza. In cambio delle 'soffiatè per eseguire gli arresti, lo spacciatore veniva poi pagato da Montella con parte della doga sequestrata (oppure in denaro), presa da un contenitore che si trovava in caserma e ribatTezzato 'scatolo della terapià. «Non ho più visto da quando mi aveva picchiato in caserma - racconta a verbale lo spacciatore - mentre mi ha mandato un messaggio su Facebook dove mi diceva di smetterla di dire cose sul suo conto perché mi conveniva».
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Luglio 2020, 21:16
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