Carabiniere ucciso, la famiglia di Elder chiede verità: «Speriamo che nostro figlio torni presto a casa»

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Dagli Stati Uniti la famiglia di Finnegan Lee Elder chiede «verità». Lo hanno fatto sapere tramite un loro legale con la speranza che il figlio, uno dei due giovani americani accusati dell'omicidio vicebrigadiere Mario Cerciello Rega avvenuto il 26 luglio a Roma, «torni presto a casa». Da San Francisco auspicano che «la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa». «Abbiamo l'impressione che l'opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi», ha letto l'avvocato Craig Peters davanti alla casa degli Elder a San Francisco.

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Peters ha letto un breve comunicato davanti alla casa dei genitori di Finnegan Elder a San Francisco nel quale la famiglia esprime anche le sue condoglianze per la morte del militare. Gli stessi genitori di Elder hanno assistito alla lettura della nota, al termine della quale il legale non ha accettato domande.

«Continuiamo ad avere questa famiglia nei nostri pensieri e preghiamo per loro in questo difficile momento», ha aggiunto il legale. Il comunicato è stato emesso dopo la visita del padre di Finnegan Elder, Ethan, a Roma, dove ha fatto visita al figlio 19enne in carcere. Gli investigatori hanno riferito che il giovane ha confessato l'accoltellamento avvenuto durante una rissa. Secondo quanto risulta da documenti del tribunale, Elder ha detto di aver creduto che uno «strano uomo» volesse strangolarlo, e di non sapere che Cerciello fosse un poliziotto in borghese. 
Ultimo aggiornamento: Domenica 4 Agosto 2019, 09:57
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