Carabiniere ucciso, Brugiatelli: «Ho avuto paura, mi hanno minacciato. Non sono un pusher né un informatore»
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«Nel borsello rubato, oltre al documento d'identità, c'erano anche le chiavi della casa dove vivo con mio padre, che è molto malato, mia sorella e mio nipote. Ho avuto paura - aggiunge - che potessero far del male a me e soprattutto a loro, e per questo ho chiesto aiuto al 112. Le stesse minacce che avevano rivolto a me, sono state ripetute poco dopo, quando, con il telefono in viva voce, ho richiamato di fronte ai carabinieri il mio numero di cellulare».
«IO NÉ INFORMATORE NÉ PUSHER»
«Non mi addentro nei fatti della notte tra il 25 e il 26 luglio, ma desidero chiarire che non sono un intermediario di pusher né, tanto meno, un informatore delle forze dell'ordine». Ha detto ancora Brugiatelli. «In questi giorni e notti passate pensando alla tragedia che ha distrutto la famiglia del carabiniere che mi ha salvato la vita, ho letto e sentito dai media sulla vicenda curiose e false ricostruzioni che proseguono anche dopo la conferenza stampa degli inquirenti».
«CERCIELLO VALOROSO,MI HA SALVATO VITA»
«Queste righe le scrivo per rendere onore all'uomo valoroso che, con il suo lavoro di carabiniere, ha salvato la mia vita e purtroppo perso la sua. Ai familiari del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, alla sua giovane moglie, vanno le mie sincere condoglianze», conclude Sergio Brugiatelli,.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 31 Luglio 2019, 14:20
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