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Secondo quanto denunciarono le due studentesse - accuse che poi confermarono in un lunghissimo incidente probatorio, in modalità protetta - i due carabinieri, che le avevano incontrate in una discoteca accanto al piazzale Michelangelo, le accompagnarono a casa con l'auto di servizio e, arrivati in borgo Santi Apostoli, entrarono nel palazzo dove, approfittando dello stato di ubriachezza delle due giovani, fecero sesso con loro.
Camuffo e Costa, messi anche alle strette da elementi di prova quali il dna sulle tracce di sperma rinvenute sugli abiti delle ragazze, ammisero di aver avuto rapporti sessuali con le due studentesse, ma hanno sempre affermato che le studentesse fossero consenzienti.
Per l'accusa i due avrebbero agito abusando della qualità di carabiniere in servizio e avrebbero violato gli ordini impartiti dai superiori. Entrambe le ragazze salirono, sempre secondo l'accusa, «illegittimamente» a bordo della Fiat Bravo del 112. Le due studentesse risultarono, alla rilevazione effettuata alle 6.51 del mattino del 7 settembre, in stato di ebbrezza alcolica, con 1.68 grammi di alcol per litro una e 1.59 per l'altra. Secondo il capo d'imputazione notificato a conclusione delle indagini, i due carabinieri avrebbero violentato le due ragazze agendo in modo «repentino e inaspettato».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Febbraio 2020, 20:45
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