Napoli, donna di 45 anni muore al Cardarelli dopo 10 giorni di ricovero, i messaggi audio: «Non mi assistono»

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di Leandro Del Gaudio

Si sa poco o nulla di come è morta. Non si sa se fosse positiva al covid e quanto abbia inciso un eventuale contagio nelle sue condizioni generali. Si sa invece che è stata ricoverata al Cardarelli il due novembre, che il dodici è deceduta (ma anche sulla data della morte non c’è certezza), finendo in quel sacco verde diventato il simbolo tetro della seconda ondata di lutti che si è abbattuta in Italia, in Campania e a Napoli. 

Aveva 45 anni, G.L., era dializzata ma in buone condizioni di salute, un marito e dei figli. Era anche abbastanza serena nei primi giorni di degenza in ospedale, tanto da mandare messaggi incoraggianti alla sorella, alle amiche e alla famiglia, fino a cimentarsi sulla app di tik tok, con tanto di occhiali da sole nel lettino dell’ospedale e le note di una canzone napoletana in sottofondo. Poi, all’improvviso la situazione è degenerata. È stata condotta in un reparto di terapia pre intensiva, poi in terapia intensiva, fino al 12 novembre, il giorno della morte. Un caso su cui la famiglia chiede chiarezza, tanto da affidarsi a un avvocato per una denuncia che dovrebbe essere depositata questa mattina in Procura. Un esposto con gli audio che la donna avrebbe mandato alla sorella e agli altri parenti, quando le sue condizioni di salute si sono fatte via via sempre più gravi: «Ho paura, non mi assistono, portatemi una cardio aspirina».

Richieste di aiuto da ricondurre al periodo di maggiore stress vissuto negli ospedali a Napoli, e al Cardarelli in particolare, anche alla luce di una coincidenza da non sottovalutare: secondo quanto emerso finora, G.L., sarebbe deceduta nelle stesse ore in cui è stato trovato morto l’ottantaquattrenne Giuseppe Cantalupo, nella toilette del pronto soccorso, come ricostruito in un video registrato da un altro paziente.

 

Due casi, stessa richiesta di chiarezza e trasparenza da parte delle rispettive famiglie. E sono ora i parenti della donna a chiedere la riesumazione della salma e una serie di verifiche sul cadavere, almeno per ottenere la risposta alla prima domanda, quella più elementare: di cosa è morta? Cosa ha provocato il decesso di una donna che si era affidata alle cure del Cardarelli? Ma andiamo con ordine, a partire dalla prima inchiesta, quella legata alla circolazione del video che attesta la presenza di un uomo esanime nel bagno dell’area pretriage del Cardarelli.

Inchiesta per omicidio colposo e per abbandono di incapace, al lavoro il pm Liana Esposito, magistrato in forza al pool guidato dal procuratore aggiunto Simona Di Monte. Fascicolo al momento contro ignoti, ieri l’autopsia, nel corso della quale sono stati nominati consulenti della Procura ma anche della famiglia del paziente deceduto: difesi dall’avvocato Antonio Zobel, i parenti di Cantalupo, si affidano alla consulenza dello specialista Saverio Terracciano. 

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Ma non è finita. Ieri pomeriggio si è registrato un altro decesso, con la morte dell’ottantenne Nicola Acampora, a sua volta filmato su una barella del Cardarelli nello stesso video che raccontava la fine di Giuseppe Cantalupo. Vicende dolorose che rappresentano al momento le difficoltà in cui hanno operato nelle ultime settimane medici e infermieri in prima linea nella lotta al covid. Ma torniamo al caso della 45enne G.L. Torniamo agli audio su cui fa leva la richiesta di chiarezza da parte di un intero nucleo familiare. In dieci giorni la donna avrebbe spedito diversi messaggi ai familiari, oltre a postare su tik tok alcuni video. In una prima fase, la donna appare serena, fino a quando poi le condizioni di vita all’interno dell’ospedale peggiorano. Si aggravano le condizioni di salute della 45enne, mentre il reparto in cui la donna è ospitata si affolla sempre di più. Stando a quanto dichiarato finora, la G.L. ha una voce sofferente, lamenta mancanza di attenzione da parte di medici e sanitari, anche in relazione all’affollamento di pazienti: «Vedo gli anziani morire», dice in uno dei messaggi spediti alla famiglia; in un altro chiede «cardioaspirina», poi ai suoi parenti dice «portatemi qualcosa». L’ultimo messaggio è del 10 novembre scorso. Voce appesantita dal dolore, la donna sta per entrare in terapia intensiva. Due giorni dopo il decesso e tanti interrogativi. La prima domanda, inevitabile: di cosa è morta la donna di 45 anni che a inizio novembre sorrideva in chat sul lettino del Cardarelli?
 


Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Novembre 2020, 14:47
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