Caivano, speronata in scooter dal fratello perché fidanzata con un trans: Maria Paola muore a 22 anni

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Un incidente tragico in scooter che ha provocato la morte di una ragazza di 22 anni. È stata questa l'ipotesi iniziale quando Maria Paola Gaglione ha perso la vita cadendo dal motorino su cui viaggiava come passeggera. Ma le indagini condotte dalla Procura di Napoli Nord hanno portato a una realtà ben diversa: a provocare la morte della giovane è stato il fratello, 25 anni, che ha speronato il mezzo provocando la caduta mortale e pestato a sangue il compagno di Maria Paola, un ragazzo trans, che era alla guida. Michele Antonio Gaglione era accecato dalla "vergogna", scive Il Mattino, quella che provava nei confronti della relazione tra la sorella e il compagno. Un amore che non riusciva ad accettare e che era diventato oggetto di sussurri nel Parco Verde di Caivano, dove viveva.

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Maria Paola e il compagno, invece, vivevano insieme ad Acerra ed era lì che stavano tornando quando Antonio, in sella al suo scooter, li ha speronati. Un'accelerata violenta, che ha fatto sbandare il mezzo contro la recinzione di un campo. Maria Paola è finita su un tubo per l'irrigazione, che le ha tranciato la gola. Mentre giaceva inerte, il fratello si è scagliato contro il compagno in un brutale pestaggio, senza capire che la sua "punizione" era stata fatale.
 
 


Michele Antonio Gaglione ha confessato usando parole choccanti: «Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là che ha “infettato” mia sorella che è stata sempre “normale”». Ora è in carcere per omicidio e violenza privata aggravata da omofobia. 

DON MAURIZIO PATRICIELLO «La storia di Maria Paola è molto triste, non ci ho dormito. Ho battezzato lei e il fratello Michele Antonio, quest'ultimo l'ho anche sposato qualche anno fa. Non credo volesse davvero uccidere la sorella, forse voleva darle una lezione, saranno le indagini a stabilirlo; di certo non era preparato culturalmente a vivere la relazione della sorella». Don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde di Caivano (Napoli), conosceva sia la famiglia Gaglione che quella della compagna di Maria Paola, Cira, che però ha scelto di farsi chiamare Ciro; entrambe le famiglie risiedono al Parco Verde di Caivano, complesso residenziale tra i più degradati dell'hinterland napoletano, divenuto noto qualche anno fa per le vicende di pedofilia che coinvolsero la piccola Fortuna Loffredo, tanto da meritarsi l'appellativo di «Parco degli Orrori».

«Non sapevo della relazione tra le due ragazze - prosegue don Patriciello - ma sapevo della scelta di Ciro, che rispetto; per loro non sarà stato facile.
Ancora oggi queste persone fanno fatica a farsi accettare». Il sacerdote teme che la situazione possa degenerare, specie sui social, dove la madre del ragazzo ha scritto un post di difesa del figlio. «Sui social ho letto brutti commenti, attacchi tra le famiglie, ma è necessario stare calmi e attendere che le indagini facciano il proprio corso». Nei prossimi giorni don Maurizio officerà i funerali della ragazza.


 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Settembre 2020, 09:03
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