Anche l'ultimo ex terrorista per cui l'Italia chiedeva l'estradizione è finito in manette. Questa mattina la polizia francese ha arrestato Maurizio Di Marzio, che era sfuggito all'operazione dello scorso aprile: il provvedimento depositato l' 8 luglio dalla Corte d'Assise di Roma ha stabilito che non è ancora prescritta la sua pena. La convalida dell'arresto dell'ex brigatista è prevista per domattina: mercoledì ci sarà poi la prima udienza di comparizione davanti alla Corte di Appello di Parigi.
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Negli archivi di polizia, il nome di Di Marzio è legato all'attentato al dirigente dell'ufficio provinciale del collocamento di Roma Enzo Retrosi, nel 1981, e soprattutto al tentato sequestro del vicecapo della Digos della capitale Nicola Simone il giorno della Befana del 1982. «Un brigatista travestito da postino, con divisa e blocchetto delle ricevute in mano, bussò verso le 15 - scriveva il quotidiano L'Unità una settimana dopo -.
«Secondo la prima ricostruzione il terrorista avrebbe sparato contro il funzionario di polizia, il quale avrebbe avuto la forza di reagire esplodendo a sua volta due colpi. Stando alla nuova versione, invece, altri componenti del commando Br erano appostati sul pianerottolo e avrebbero cercato di aggredire Simone per immobilizzarlo e rapinarlo. Allora il vicecapo della Digos avrebbe aperto il fuoco per primo, ferendo con due colpi uno dei terroristi e poi sarebbe caduto a terra ferito a sua volta da tre proiettili al volto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Luglio 2021, 12:32
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