Treviso, due ordigni davanti alla sede della Lega: uno esplode. Salvini: «Non ci fanno paura». Rivendicazione anarchica

Treviso, due ordigni davanti alla sede della Lega: uno esplode. Salvini: «Non ci fanno paura». Rivendicazione anarchica
Un ordigno esploso e uno ritrovato inesploso dopo le 13 nell'area del parcheggio del K3, sede storica a Villorba della Lega. Sul posto l'ex sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo e il vicesindaco di Villorba, Giacinto Bonan. Nessuna rivendicazione per il momento. Sul posto polizia, carabinieri, nucleo artificieri, vigili del fuoco e 118.



ll secondo ordigno trovato vicino alla sede della Lega a Treviso è stato fatto esplodere nel pomeriggio dagli artificieri della polizia. Secondo le prime informazioni, si sarebbe trattato di un oggetto dotato di una sorta di meccanismo d'innesco. Alle operazioni hanno assistito anche alcuni dirigenti veneti del Carroccio.

Salvini: non ci fanno paura. «Una bomba rudimentale è esplosa di fronte alla sede della Lega di Villorba (Treviso), un'altra è stata trovata inesplosa. Cercano di fermarci, ma violenti e delinquenti non ci fanno paura. Andiamo avanti, più forti di prima.#iononmollo». Lo scrive in un tweet il ministro dell'Interno e leader della Lega Matteo Salvini.
 

C'è una rivendicazione, firmata da una sedicente cellula anarchica «Haris Hatzimihelakis /Internazionale» per l'attentato alla sede della Lega a Treviso. Si tratta di un volantino pubblicato sul web che, con data 12 agosto 2018, rivendica di aver «attaccato con un ordigno la sede della Lega a Treviso», e rimanda per questo gesto all'invito «lanciato dai compagni della cellula 'Santiago Maldonadò, che hanno proposto di rafforzare gli attacchi alla pace dei rappresentanti e complici del dominio».

C'è l'ipotesi che nascondessero un vero e proprio agguato per chi fosse giunto sul posto i due ordigni piazzati vicino alla sede della Lega a Treviso.
Secondo fonti della Lega, avvalorate da chi sta indagando sul fatto, la prima 'bomba cartà trovato esplosa avrebbe dovuto richiamare l'attenzione, la seconda, una pentola a pressione riempita con chiodi e un innesco a tensione, avrebbe potuto esplodere nel momento in cui qualcuno avesse fatto scattare il filo di nylon rasoterra cui l'ordigno era collegato.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Agosto 2018, 17:39
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