Bocelli, la stecca del tenore: «Ho violato la quarantena. Io, guarito, non conosco nessuno che sia stato in terapia intensiva»
di Carlo Fiorini
Il tenore di fama mondiale ieri ha partecipato a un convegno di negazionisti odiatori seriali di mascherine e disinfettanti che si è tenuto al Senato. Ad organizzarlo Sgarbi e Siri, in sala ad ascoltare il tenore, c'era anche Salvini, naturalmente senza mascherina nonostante gli inviti dei commessi del Senato.
Bocelli ha rivendicato: «Mi sono sentito umiliato e offeso come cittadino quando mi è stato vietato di uscire di casa. Devo anche confessare, e lo faccio qui pubblicamente, di aver in certi casi disobbedito volontariamente a questo divieto, perché non mi sembrava giusto né salutare».
Un pessimo esempio il suo, inaspettato proprio perché viene da colui che ha incantato milioni di persone quando a Pasqua, in pieno lockdown, è stato chiamato dal sindaco Sala a cantare nel Duomo deserto, per dare coraggio al mondo in trincea contro il virus. Bocelli, ha poi ripercorso la sua personale esperienza di contagiato Covid-19: nulla di grave, vedete, è lì guarito e sano pronto per la stonatura finale: «Non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità?». Una frase che è uno schiaffo agli oltre 35.000 italiani morti di Covid e a medici e infermieri delle terapie intensive che avrebbero ragione, loro sì, di cantargliele al signor Bocelli. Come ha fatto Fedez che ha postato: «Gli presento io un amico trapiantato di polmoni causa Covid».
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Luglio 2020, 09:19
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