Catania, bimbo di 4 anni chiuso in auto al sole: un agente spacca il finestrino e lo salva
di Michela Poi
Piero Procaccianti, sovrintendente di Polizia, proprio in quel momento è in servizio all’aeroporto di Catania. Cammina avanti e indietro per controllare la situazione. Poi, passa di fronte a un’Audi A6, con targa svizzera. Dentro alla macchina vede qualcosa muoversi, ma non capisce cosa sia. Non è un cane: è un bambino. L’agente prova ad aiutarlo, ma non riesce. Ci riprova, ma niente. Dopo diversi tentativi - tutti falliti - si sfila la pistola d’ordinanza dalla tasca e manda in frantumi il finestrino. Si ferisce a una mano, ma non batte ciglio. Il bambino è salvo. Tra sospiri di sollievo e pianti di commozione, scatta l’applauso scrosciante dei presenti.
Per tutti Piero diventa “l’eroe poliziotto”. L’angelo custode del piccolo Stefano, 4 anni, che senza il suo aiuto non avrebbe avuto scampo. I suoi genitori, due svizzeri di 28 e 32 anni, lo avevano lasciato lì. Da solo. Abbandonato come immondizia nella zona di scarico dei bagagli in aeroporto. Entrambi sono stati denunciati per abbandono di minore. Una tragedia sfiorata, quella di Catania. L’ennesima storia di madri e padri che dimenticano il loro bambino chiuso in auto. Una domanda resta, tra le altre: è davvero possibile scordarsi dell’esistenza del proprio stesso figlio?
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Giugno 2019, 05:00
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