Bialetti a rischio, la storica azienda che ha inventato la moka messa in ginocchio dalle "cialde" e dalle "capsule"

Bialetti a rischio, la storica azienda che ha inventato la moka messa in ginocchio dalle "cialde" e dalle "capsule"

di Luca Calboni
Espresso, cappuccino, marocchino, ristretto, lungo, corretto e tante altre varianti: l'Italia e il caffè hanno da sempre un rapporto speciale e privilegiato. Molte le aziende tutte italiane che dalla bevanda scura sono partite alla conquista dei mercati mondiali. Fra queste Bialetti, nome storico che per generazioni è stato sinonimo di moka, ma che ora naviga in cattive acque.
Il famoso brand dell'omino con i baffi, ispirato al fondatore dell'azienda Renato Bialetti, ha annunciato la scorsa settimana di aver chiuso il semestre al 30 giugno con una perdita netta di 15,3 milioni di euro, con un calo dei ricavi di oltre il 12%.

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Ad aggravare il bilancio e la floridità della Bialetti anche l'avvento dei sistemi alternativi, e talvolta più rapidi, rispetto alla tradizionale moka, come cialde e capsule. Ma non solo perché, si legge in un comunicato del gruppo, «il risultato risente principalmente della generale contrazione dei consumi registratasi sul mercato interno ed estero nonché della situazione di tensione finanziaria che ha determinato ritardi nell’approvvigionamento, nella produzione e nelle consegne di prodotti destinati alla vendita sia nel canale retail che nel canale tradizionale, lasciando inevasi significativi quantitativi di ordini di vendita già acquisiti in quest’ultimo canale».

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Per cercare di salvare l'azienda, Bialetti ha siglato, lo scorso 10 ottobre, un accordo con il fondo Och-Ziff Capital, che investirà in Bialetti 35 milioni di euro nel contesto di una ristrutturazione del debito.
Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Ottobre 2018, 18:28
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