Tariffe Far West, il governo non tocca le accise ma vara la “norma trasparenza”

Il decreto: obbligo di esporre il prezzo medio, tetto agli aumenti in autostrada. Controlli a tappeto della gdf

Tariffe Far West, il governo non tocca le accise ma vara la “norma trasparenza”

di Alessandra Severini

Il governo prova a frenare la corsa al rialzo dei prezzi dei carburanti. Nessun nuovo sconto sulle accise ma norme sulla trasparenza dei distributori di carburanti per bloccare le speculazioni. Il Consiglio dei ministri, dopo un lungo incontro fra la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia Giorgetti e il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, ha varato un decreto che prevede che il monitoraggio dei prezzi non sia più settimanale ma giornaliero e introduce l’obbligo per ogni distributore di esporre un cartello con il prezzo medio stabilito dal ministero dell’Ambiente accanto al proprio prezzo. In caso di violazione sono previste sanzioni che potrebbero arrivare, nel caso di recidiva, alla sospensione dell’attività da 7 a 90 giorni. Previsto inoltre un tetto agli aumenti del costo dei carburanti sulle autostrade e rinnovata per il primo trimestre del 2023 l’esenzione fiscale per le aziende che regalano buoni benzina per un valore massimo di 200 euro per lavoratore dipendente.

Le misure non soddisfano tutta la maggioranza. Forza Italia per esempio avrebbe preferito un intervento sulle accise. Lega e FdI invece pensano che siano in atto manovre speculative e per questo hanno chiesto alla Guardia di Finanza un’attività di controllo “strutturata e capillare” sul territorio, soprattutto nelle autostrade.

Intanto si muove anche l’Antitrust che ha chiesto alle Fiamme Gialle la documentazione di violazioni accertate.

I dati però non sembrano documentare una speculazione diffusa. Secondo il monitoraggio del ministero dell’Ambiente, gli aumenti sono in linea con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise: nella prima settimana di gennaio la benzina in modalità self service è salita da 1.644 euro a 1.812 euro al litro, con un aumento di 16,8 centesimi. Il gasolio è invece passato da 1.708 euro a 1.868 euro al litro, con un rialzo dei 16 centesimi. Certo, in alcune zone della Penisola (soprattutto sulle isole e lungo la rete autostradale) i prezzi sono molto più alti: ad esempio il gasolio arriva anche sopra i 2,5 euro al litro.

Per le associazioni dei consumatori le misure non bastano poiché c’è un «totale disallineamento tra prezzi e quotazioni petrolifere, con i listini alla pompa che, al netto dell’aumento delle accise, non scendono quanto dovrebbero». I gestori da parte loro si sentono «parte lesa. Invece di alimentare polemiche, - chiede la Federazione benzinai Confesercenti - il governo convochi un tavolo di crisi per trovare soluzioni strutturali». Anche per il presidente di Assopetroli Assoenergia Andrea Rossetti «non esiste alcun caso Italia e non si registrano scostamenti rispetto a quello che succede negli altri Paesi europei». Il fatto è che in nessun Paese la componente fiscale sul prezzo della benzina pari al 58% è così alta come da noi.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Gennaio 2023, 06:00
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