Benno Neumair, parla l'ex fidanzata: «Non mangiava per giorni, si iniettò sangue sotto pelle. Mi fa paura»

Nadine: «Avevo dato il mio nuovo numero solo a Laura: lui mi ha detto di averlo»

Benno Neumair, parla l'ex fidanzata: «Non mangiava per giorni, si iniettò sangue sotto pelle. Mi fa paura»

Una triste verità. Spuntano nuovi dettagli sulla vicenda di Benno Neumair, il 31enne bolzanino che il 4 gennaio 2021 ha ucciso i genitori (Laura Perselli e Peter Neumair) e si è sbarazzato dei corpi gettandoli nel fiume Adige. Ora interviene l'ex fidanzata Nadine che ai giudici della Corte d’Assise di Bolzano parla della sua relazione con l'assassino. Come riporta il Corriere della sera, l'infermiera di 33 anni ha rivelato: «Mi ha scritto un’e-mail, dicendo di aver capito perché fosse così malatoaveva il verme solitario, preso in Indonesia, che gli aveva pervaso il cervello. Allegando i risultati degli esami del sangue e il referto di una Tac, a nome di “Benedetto Perselli Neumair”.

Leggi anche > Orrore in famiglia rom: figlia di 13 anni costretta a prostituirsi con anziani, bambini di 1 e due anni presi a frustate

Nadine ha proseguito raccontando i particolare della sua relazione con Benno: sette mesi di convivenza, a Neu-Ulm, conclusi con il ricovero coatto in psichiatria di Benno. I due si sono conosciuti via Tinder, nel settembre del 2019. Tre mesi dopo, Benno, da Innsbruck, si trasferisce da lei. «Siamo stati bene le prime otto settimane. Poi, la nostra relazione si è incrinata». Ma di là, va tutto in sfacelo: gli sbalzi d’umore, i disturbi del sonno e quelli legati all’alimentazione. «A marzo ha digiunato per nove giorni. Beveva solo the e acqua. Poi mangiava solo broccoli e miglio». Nadine si accorge anche di strani movimenti di denaro sul suo conto corrente, di spese in un negozio di alimentari biologici fatte col suo bancomat. Benno dice di non saperne nulla, ma la donna trova, nascoste in soffitta, delle scorte di cibo: scatta la denuncia «contro ignoti», la lite, «ma alla fine abbiamo deciso di riprovarci». Dopo due giorni, però, Benno le chiama, dicendo di essere stato aggredito da un amico di lei. Nadine chiama l’amico, che nega, e poi Laura, la madre di Benno. «Mi ha detto di non tornare a casa da sola, ma di chiamare la polizia e l’ambulanza. Io, però, sono tornata a casa da sola, parcheggiando la macchina in un posto auto che non era il mio, per avere la scusa di scendere a spostarla». Trova Benno bagno, con un coltello «per sfilettare il pesce» in mano, all’altezza del viso, puntato verso l’alto. «Aveva delle ferite puntiformi in viso - dichiara Nadine -. Era molto nervoso, continuava a dirmi di essere stato picchiato dal mio amico. Gli ho fatto credere che gli credessi, l’ho fatto parlare. Ho portato il coltello in cucina, ci siamo seduti sul pavimento e gli ho fatto delle foto. Gli ho detto sarebbero servite per sporgere denuncia per l’aggressione. Mi ha lasciato fare e dopo un po’ sì è calmato. A quel punto, gli ho detto che dovevo spostare la macchina perché l’avevo parcheggiata male. Lui ha controllato dal balcone e mi ha lasciata scendere». Nadine richiama Laura Perselli e poi la polizia che arriva con un’unità speciale: Benno viene sottoposto a un ricovero coatto in psichiatria. «Lì, ammette ai medici come si è procurato le ferite: si era prelevato del sangue, iniettandoselo nell’angolo dell’occhio e della bocca, abradendosi la pelle con carta smerigliatrice».

Leggi anche > Calcio al petto della recluta per una merendina nell'armadietto, istruttore militare condannato

Quando, il giorno dopo, l'ex fidanzata viene avvisata delle dimissioni imminenti di Benno, chiama la madre Laura: «Ho telefonato a Laura, chiedendo che venissero a prenderlo. Che non mi sarei mai messa in macchina con lui perché avevo paura. Mi ha detto che anche lei ne aveva, e ne aveva anche per Madè. Allora ho organizzato a Benno un viaggio in treno fino a Innsbruck, dove sarebbe andato a prenderlo Peter. L’ho fatto salire su un taxi, io l’ho seguito in macchina fino in stazione. Lì c’era molta gente, mi sentivo sicura. Abbiamo aspettato il treno, ma a tre minuti alla partenza Benno ha iniziato a urlare, minacciandomi che non avrei potuto dormire con la finestra aperta. Era già successo che fosse entrato in casa così, una volta che aveva dimenticato le chiavi». Il viaggio è un tormento. Benno tempesta Nadine di telefonate «attribuendo a me la colpa di tutto e, parallelamente, chiedendomi scusa». I contatti continuano anche nei mesi successivi, nonostante i tentativi di Nadine di chiuderli. Fino alla mail del 28 luglio, nella quale parla del verme solitario e annuncia di aver deciso di sottoporsi a delle cure.

Finchè arriva l'ultimo contatto. E' il 15 gennaio, a undici giorni dall’omicidio dei genitori, Benno manda una mail a Nadine. «Mi ha chiesto di telefonargli, gli ho detto che volevo avere contatti solo via e-mail. Avevo dato il mio nuovo numero solo a Laura: lui mi ha detto di averlo, ma che non mi avrebbe chiamata solo come gesto di gentilezza nei miei confronti. Adesso ho paura di lui».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Aprile 2022, 17:03
© RIPRODUZIONE RISERVATA