Bekaert chiude a Firenze: «318 lavoratori licenziati». Martedì incontro al Mise, primo banco di prova per Di Maio

Bekaert chiude a Firenze: «318 lavoratori licenziati». Martedì incontro al Mise, primo banco di prova per Di Maio
318 posti di lavoro a rischio, altrettante famiglie preoccupate per il loro futuro. È quasi un dramma quello che sta succedendo nella provincia di Firenze a Bekaert Group, che ha annunciato la decisione di chiudere il sito di Figline e Incisa Valdarno dedicato alla produzione di rinforzi in acciaio per pneumatici e cessare le attività, nella fabbrica acquistata quattro anni fa da Pirelli. 

MARTEDÌ INCONTRO AL MINISTERO Bekaert ha espresso l'intenzione di «avviare un dialogo teso ad attenuare l'impatto sociale per i 318 dipendenti interessati». E sarà il primo banco di prova per il neoministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio: il Mise convocherà martedì prossimo i sindacati e i rappresentanti, ha annunciato in una nota Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, spiegando che come Regione «lavoreremo a stretto contatto con il Mise». La decisione, ha detto Rossi, è «una scelta incomprensibile, in aperto contrasto con le affermazioni che gli stessi vertici della Bekaert avevano fatto non più tardi di tre mesi fa nell'ultimo incontro al Mise». Lunedì pomeriggio il governatore incontrerà i sindacati a Firenze. «È necessario mettere subito in campo ogni sforzo per scongiurare la chiusura», ha detto.



Bekaert finora, malgrado le difficoltà, «mai aveva paventato la possibilità di chiudere e licenziare: e voglio anche ricordare che da parte di lavoratori e sindacati c'è sempre stata, fin dalle trattative per il passaggio da Pirelli a Bekaert, nel 2015, la piena disponibilità a sostenere processi di crescita della produttività del sito», ha concluso Rossi. Come Regione «metteremo a disposizione ogni strumento normativo e finanziario previsto», ha detto ricordando che «ci sono ancora commesse importanti da realizzare a Figline e che la stessa Pirelli deve essere chiamata in causa».


FABBRICA OCCUPATA Intanto i lavoratori di Figline, dopo la comunicazione della chiusura entro 75 giorni e le lettere di licenziamento, hanno occupato la fabbrica. «Sapevamo dei problemi finanziari e di mercato - dice Yuri Campofiloni della Fiom Cgil Firenze in una nota -, ma non che si potesse chiudere lo stabilimento da un giorno a un altro. Chiediamo subito il ritiro della procedura». La Fiom spiega che «i lavoratori sono arrabbiati, la loro età media è sui 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e troppo anziani per trovare nuove occupazioni. Per il territorio si rischia un impatto devastante, con l'indotto sono più di 400 le persone coinvolte». 

Il gruppo belga in una nota, spiegando di aver informato sindacati, autorità e Rsu, ha spiegato che negli ultimi anni «la posizione del sito di Figline nel mercato di riferimento ha subito notevoli pressioni. A causa dei suoi costi strutturali notevolmente superiori rispetto a quelli degli altri stabilimenti di rinforzi in acciaio per pneumatici di Bekaert nella regione Emea, il sito non è stato in grado di generare performance sostenibili dal punto di vista finanziario. Consapevole della gravità di tale misura, la direzione non vede alternative per salvaguardare e rafforzare la propria posizione nei mercati europei della produzione dei rinforzi in acciaio per pneumatici».



SCIOPERO FINO A MARTEDÌ I lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno (Firenze), hanno deciso per lo sciopero e l'assemblea permanente, almeno fino a martedì, giorno dell'incontro sulla vertenza al Ministero, superando l'iniziale intento di occupare lo stabilimento, ha reso noto la Cgil Toscana in un comunicato.
E alla fabbrica questo pomeriggio si è recata la segretaria della Cgil Toscana Dalida Angelini per portare personalmente il sostegno sua e di tutta l'organizzazione ai lavoratori. «Una situazione gravissima, è inconcepibile ritrovarsi dall'oggi al domani senza lavoro - ha detto Angelini -. Questi lavoratori stanno già trasformando la rabbia e lo scoramento in lotta e mobilitazione e noi siamo accanto a loro. È il momento di affrontare, nei tavoli di crisi sulla vertenza locali e nazionali, il tema della delocalizzazioni a livello europeo, basta con questa corsa al dumping verso il basso».


CISL: DECISIONE INGIUSTA La decisione di chiudere lo stabilimento Bekaert di Figline Valdarno (Firenze) e licenziare i 318 lavoratori è «ingiusta e inaccettabile, nel merito e nel metodo, un vero attentato al lavoro». Così il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza. «Chiudere uno stabilimento produttivo è sempre ingiusto, ma in questo modo è ancora più grave - sottolinea Cerza in una nota -. Quello di Figline è un sito produttivo importantissimo; quando c'è stata la cessione da parte di Pirelli ci erano state date delle garanzie e oggi ci troviamo davanti a questa decisione secca e annunciata come irrevocabile. Non è così che si può trattare il lavoro in Italia».



Cerza annuncia che il sindacato si batterà «in tutti i modi e a tutti i livelli, per cambiare questa decisione e tenere aperto l'impianto e continuare a dare lavoro a oltre 300 persone. E certamente avremo bisogno anche del Governo per reagire alla decisione di una multinazionale come Bekaert». «Chiediamo a tutti, Regione, Governo, enti locali di combattere con noi - conclude il segretario Cisl - l'arroganza aziendale di annunciare in modo unilaterale la chiusura dell'azienda e salvare il sito di Figline Valdarno».


PD: INACCETTABILE COMPORTAMENTO «Il Partito Democratico si sta mobilitando a tutti i livelli con i suoi eletti per scongiurare la chiusura della Bekaert di Figline. Siamo solidali con i lavoratori e riteniamo inaccettabile il comportamento dell'azienda. Il governo deve convocare immediatamente le parti per scongiurare la cessazione dell'attività della fabbrica, che avrebbe ricadute drammatiche su centinaia di famiglie del nostro territorio», le parole dei parlamentari del Pd Luca Lotti, David Ermini e Dario Parrini, insieme all'eurodeputato Nicola Danti, che ieri hanno partecipato a Figline all'assemblea. Gli esponenti Pd annunciano, in una nota, un'interrogazione urgente sia alla Camera che al Senato, a firma David Ermini e Dario Parrini. La stessa iniziativa è stata presa da Nicola Danti al Parlamento europeo.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Giugno 2018, 18:07
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