Batterio killer, la mamma di una bimba: «Mia figlia morta col cranio deformato e sono stati nascosti altri casi»

Batterio killer, la mamma di una bimba: «Mia figlia morta col cranio deformato e sono stati nascosti altri casi»
Continuano a far discutere le denunce sul citrobacter, il batterio killer che ha causato la morte di almeno quattro bambini in Veneto. Una di queste è quelle di Elisa Bettini, 36 anni, mamma di Alice, una bambina morta dopo cinque mesi di agonia per un'infezione avvenuta nel reparto di terapia intensiva neonatale dell'ospedale di Borgo Trento, a Verona.

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La donna, a La Stampa, spiega cosa è accaduto alla figlia e denuncia una serie di negligenze e omertà: la piccola Alice era nata prematura il 4 marzo a Peschiera del Garda, per poi essere stata trasferita a Verona, dove avrebbe dovuto restare in incubatrice per circa un mese. Tutto cambia due settimane dopo.
«Il 22 marzo mi dicono che Alice ha la febbre, meningite da citrobacter. Chiedo se ci sono stati altri casi, mi rispondono di no. Nella stanza tiralatte, parlando con altre mamme, scopro che non è vero: i casi erano almeno cinque, compresa Alice, e se ne verificavano già da dicembre» - denuncia Elisa Bettini - «Due mesi dopo ci dimettono e il 12 giugno Francesca Frezza denuncia per prima la situazione. Ci incontriamo con altre mamme, contiamo i casi di cui siamo a conoscenza: in totale sono una trentina, anche se i dati ufficiali parlavano di dieci bambini. Ora siamo venuti a sapere che i casi sono 96».

La mamma di Alice racconta poi l'agonia della sua piccola: «Ha iniziato a stare sempre peggio, aveva crisi epilettiche e la testa gonfia. Abbiamo girato tutti i reparti di vari ospedali. Al Meyer di Firenze, il 19 giugno, ci hanno detto che non c'erano più speranze. A Verona non ce l'aveva detto nessuno, tranne Francesca. Alice è morta il 16 agosto, il batterio le aveva mangiato il cervello e il cranio, ancora molle, si era riempito d'acqua e dilatato. Quando è morta, la testa di Alice era larga 45 centimetri, un'enormità. Se sono qui a fare tutto questo, è perché non voglio che questo accada anche ad altri bambini».

Secondo le conclusioni della commissione esterna che si occupa del caso, il citrobacter si sarebbe annidato in un rubinetto non adeguatamente igienizzato. Resta da chiedere perché si sia scelto di ricorrere ad acqua di rubinetto e non all'acqua sterile. Elisa Bettini vuole sapere chi ha sbagliato ed ha presentato un esposto in Procura, qualcuno lo deve a lei e alla piccola Alice. «Non sono lucida, sono piena di rabbia. Il tempo per piangere c'è stato, ora è il tempo della giustizia. Chi ha sbagliato deve pagare. Alice poteva essere qui con me, invece se n'è andata dopo cinque mesi di agonia. Spero che almeno la morte di mia figlia serva a qualcosa», ha spiegato la donna.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Settembre 2020, 17:26
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