Barbara Capovani, il marito della psichiatra uccisa su Facebook: «La tua dedizione al lavoro era totale. Eri imbattibile»

"A 6 anni avevi deciso che avresti fatto la psichiatra e cosi è stato. La tua era una missione in cui hai sempre dato tutta te stessa. Non ti interessava la gloria personale, i soldi, rifuggivi l'apparire sui giornali", scrive il coniuge

«La tua dedizione al lavoro era totale. Eri imbattibile», il post del marito di Barbara Capovani: la psichiatra uccisa

di Redazione web

«Amore mio non so neanche da dove iniziare, come fare a dire delle cose che possano renderti giustizia, che possano far, se non capire, almeno intuire chi era Barbara. La poliedricità della tua personalità, le sue infinite sfaccettature e allo stesso tempo la tua gentile semplicità che ti rendeva accessibile ed aperta a tutti, senza eccezioni». Inizia così un lungo post su Facebook che Michele Bellandi, il marito della 55enne psichiatra uccisa a Pisa all'ospedale Santa Chiara, dedicata al suo amore Barbara Capovani.

Barbara Capovani, il post del marito della psichiatra uccisa

«Eri cosi piccina, con quel tuo corpicino esile ma anche forte e scattante: un moto perpetuo, quasi impossibile da fermare, tanto che in famiglia ti avevamo soprannominata Kangurina (con la K). Bloccarti era compito arduo, farti stare ferma un'impresa monumentale. Per riuscire a vedere un film insieme davanti alla tv ci potevamo mettere anche 2 weekend interi - scrive Michele Bellandi - Piccina è vero ma in realtà un vero gigante: entravi in punta di piedi nella vita degli altri e gliela cambiavi per sempre, come per magia, in un istante: la tua curiosità, la tua intelligenza, il tuo coraggio ed il tuo intuito, la tua voglia di aiutare ti rendevano in grado di capire le situazioni e trovare soluzioni sempre e per tutti. Cosi in un attimo diventavi un punto di riferimento, e quelle persone che fino a poco prima non ti conoscevano, improvvisamente non potevamo più fare a meno di te. È buffo, per tanti anni hai lavorato al dipartimento delle dipendenze: ma nessuna droga ne dava di più della tua presenza.

Persino per i tuoi amati cani, sempre ipnotizzati dal tuo sguardo profondo e penetrante. Ed i vari addestratori che amavi contattare per capire ogni singolo aspetto dei tuoi miglior amici, erano tutti allibiti: nessuno aveva mai visto una relazione cosi stretta ed una dipendenza cosi totale nei loro decenni di esperienza».

La dedizione per il lavoro

Continua Michele Bellandi: «La tua dedizione al lavoro poi era totale. Non facevi il medico, eri nata medico, A 6 anni avevi deciso che avresti fatto la psichiatra e cosi è stato. La tua era una missione in cui hai sempre dato tutta te stessa. Non ti interessava la gloria personale, i soldi, rifuggivi l'apparire sui giornali. Eri pura sostanza, eri il fare verso l'apparire, avevi mille idee e una capacità di risolvere i problemi ineguagliabile. Ciò che ti guidava, come mi dicevi spesso, era 'fare la cosa giusta, se cerchi di fare la cosa giusta tutto diventa più semplicè. Certo eri anche testarda e di una determinazione incrollabile ma soprattutto coraggiosa. Nessuna minaccia, nessuna offesa, ti scalfiva. Tutti quelli che, non di rado, provavano a metterti i bastoni tra le ruote, partivano sconfitti in partenza. I loro interessi individuali, spesso egoistici o comunque di parrocchia, si scontravano, non solo con la tua ferrea determinazione ma soprattutto con il tuo volere un qualcosa di superiore: tu non agivi mai per interesse personale ma solo con l'idea e la preoccupazione di far star bene I tuoi pazienti, proteggere I tuoi colleghi, appunto con l'idea di 'fare la cosa giustà. Per questo eri imbattibile»


Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Maggio 2023, 21:45
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