Bar, ristoranti, cinema e palestre: il piano per riaprire e la data. Via libera dal 20 aprile

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Pronti a riaprire bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine. C'è un piano per le riaperture in Italia e una data sul calendario molto plausibile grazie anche all'andamento delle vaccinazioni anti covid nelle varie regioni. Il presidente del Consiglio Draghi ha spiegato a più riprese che si riaprirà quando sarà possibile. Ma già da domani solo 4 regioni restano in rosso, tutte le altre sono in arancione.

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Ma una data in rosso sul calendario c'è: martedì prossimo 20 aprile. Quanto meno quel giorno si metterà nero su bianco nel confronto regioni-Governo il piano vero e proprio di riapertura. Una data chiave, ancor prima, sarà quella del 16 aprile: venerdì prossimo quando ci sarà il consueto monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità con dei dati nuovi e aggiornati, che potrebbero dare indicazioni ben precise. Quasi la metà delle Regioni italiane, infatti, marcia dritto verso i dati da zona gialla (che però è stata sospesa fino al 30 aprile con il nuovo decreto Covid). 

In cima alle priorità ci sono ancora bar e ristoranti, che potrebbero tornare ad aprire a pranzo nelle Regioni in zona gialla. 

RIAPERTURE: PARLA LOCATELLI 

 

«Le aperture vanno fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri». Lo afferma il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli in un'intervista al 'Corriere della Serà e alla 'Stampa. «Per la terza settimana consecutiva - sottolinea al 'Corrierè - c'è una riduzione della diffusione del contagio.

Sono, infatti, in miglioramento sia l'incidenza cumulativa di tamponi positivi ogni 100.000 abitanti, scesa al valore di 185 contro 239 della settimana precedente, sia il valore di Rt, pure diminuito da 0,98 a 0,92. Sono in ulteriore calo anche i nuovi casi non associati a catene di trasmissione. Per la prima volta, questa settimana, per tre giorni consecutivi si è ridotto il numero di pazienti in terapia intensiva». Detto questo, Locatelli avverte. «Ma guai se pensassimo che siamo fuori dal problema, ci ritroveremmo alla situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici per l'intero Paese».

«Personalmente, ritengo che si potrebbe - dice alla Stampa - immaginare una prima riapertura selettiva, solo per determinate attività, magari per quelle che hanno spazi all'aperto e che, quindi, hanno un profilo di rischio diverso dal punto di vista del contagio». Per accelerare sui vaccini «si sta considerando - afferma alla Stampa - di allungare l'intervallo tra la prima e la seconda dose a 42 giorni e usare le dosi disponibili per aumentare il numero dei nuovi vaccinati. Anche il Cdc (l'agenzia federale americana) ha suggerito questa soluzione, in caso di necessità. Non credo si rischi poi di restare senza vaccini per i richiami, perché Pfizer e Moderna hanno dimostrato di saper rispettare gli impegni presi sulle forniture». 
 

Cinema e teatri aspettano novità, dopo la promessa disattesa di poter riaprire il 27 marzo. Per le sale si pensa ad un protocollo ancora diverso rispetto a quello approvato per l'ultima presunta riapertura: mascherina ffp2 per tutti, tampone 48 ore prima. Così si potrebbe accogliere più pubblico contemporaneamente.

Le palestre e le piscine riapriranno con più probabilità da inizio maggio. Il Cts avrebbe aggiornato i protocolli, ancora da stabilire se saranno consentite soltanto le lezioni individuali oppure corsi per piccoli gruppi, garantendo comunque il distanziamento e limitazioni per l’utilizzo degli spogliatoi.


Ultimo aggiornamento: Domenica 11 Aprile 2021, 18:52
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