Banche, da gennaio oltre 17mila esuberi. La Cisl: "Ecatombe occupazionale"
Nel dettaglio sono 17.473 gli esuberi. Oltre la metà arrivano dal Monte dei paschi di Siena (5.500) che ha dato l'annuncio questo mese, e da Intesa Sanpaolo (4.000) che ha raggiunto un accordo sindacale già sottoscritto per i primi 1.000 dipendenti. Segue Unicredit con 3.900 esuberi su cui è stato raggiunto un accordo sindacale all'inizio dell'anno, mentre per Ubi la quota il personale in eccesso raggiunge le 2.018 unità.
Le altre banche che hanno annunciato di voler tagliare il numero dei dipendenti e che, in alcuni casi, sono arrivate a un'intesa, sono: Banca popolare di Bari (500 esuberi), Cariferrara (340), Icbpi (340), Banca Marche (270), Carige (155), Cr San Miniato (140), Chebanca! (131), Cr Rimini (90), Carichieti (69), Banca Etruria (20). ''E' ora di smetterla di pensare che il taglio del personale sia diretta conseguenza delle problematicità del credito o della digitalizzazione'', dice il segretario generale First Cisl, Giulio Romani.
Come sindacato, spiega il segretario, ''abbiamo fatto fronte con responsabilità anche a questa nuova ondata di esuberi, utilizzando gli ammortizzatori di sistema e, nel caso delle popolari venete, anche l’intervento dello Stato, ma non si può continuare così''. Il vero problema, secondo il sindacalista, è che le banche ''intervengono sui processi organizzativi senza investire su prodotti e servizi, che invece sono la leva necessaria per agire sul versante dei ricavi e per rilanciare la fiducia della clientela e anche l’occupazione del settore”.
Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Luglio 2017, 12:52
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