La nipotina alla zia: «Nonno mi molesta». L'uomo allontanato da casa dal giudice
Il sessantacinquenne avrebbe toccato la nipote di quattro anni nelle parti intime quando la piccola era in camera da letto, insieme ai cugini, e stava facendo il riposino pomeridiano. Subito dopo le morbose attenzioni, la bambina è uscita dalla stanza e ha raccontato tutto alla zia. La donna ha riferito ai genitori della piccola il grave episodio ed è partita la segnalazione alla Questura di Chieti. Il pm Lucia Anna Campo, che coordina l’inchiesta, ha chiesto e ottenuto dal Tribunale il provvedimento per evitare che l’uomo potesse continuare ad avere contatti con la presunta vittima delle molestie. Durante l’interrogatorio di garanzia l’indagato ha scelto la strada del silenzio e non ha risposto alle domande del giudice. Non è da escludere che deciderà di farsi ascoltare in futuro per provare a smontare la più infamante delle accuse. La Procura, invece, potrebbe chiedere l’incidente probatorio. Si tratta di uno strumento processuale per cristallizzare prove, da utilizzare poi durante il dibattimento, che l’incedere del tempo e il mutare di circostanze e persone potrebbero mettere a rischio. L’inchiesta è ancora agli inizi, va avanti nel massimo riserbo e le accuse sono ancora tutte da dimostrare. Probabilmente, come accaduto in casi analoghi, sarà necessario nominare un esperto per valutare la capacità di testimoniare, di raccontare e di rapportarsi con la realtà che la circonda di una bambina così piccola. Intanto non si ferma un’altra inchiesta per violenza sessuale che vede come vittime ben undici bimbi: accusano di abusi il loro ex allenatore di baseball, 52 anni. Gli ultimi due ragazzini che hanno denunciato le perverse attenzioni sono stati ascoltati dal gip Isabella Maria Allieri durante l’incidente probatorio: il perito avrà 70 giorni per depistare la sua relazione. Lo scorso 20 marzo l’uomo è stato già rinviato a giudizio per le violenze su nove piccoli atleti. Il gip Luca De Ninis ha disposto il sequestro conservativo dei beni immobili del presunto pedofilo, fra i quali un appartamento e un garage: l’imputato li aveva messi in vendita attraverso un'agenzia, tentando - secondo i legali dei genitori dei bimbi - di vanificare la possibilità di recuperare le somme dovute alle parti civili a titolo di risarcimento. Gianluca Lettieri
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Aprile 2018, 10:37
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