«Mia figlia autistica offesa dalle maestre, non vuole più andare a scuola». La denuncia di un papà

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«Mia figlia, autistica, è stata offesa e umiliata dalle maestre. Ora non vuole più andare a scuola». A denunciare il caso è un papà separato di 43 anni, invalido al 70% e residente a Iglesias (Sud Sardegna). L'uomo, dopo aver visto la figlia triste e insofferente al momento di andare a scuola, ha cercato di capire cosa avesse la sua bimba e, dopo averlo scoperto, ha deciso di denunciare tutto sui social.

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A raccontare il caso è l'Unione Sarda. La bimba, che frequenta la quinta elementare ed è seguita da un'insegnante di sostegno, di fronte alle domande del padre aveva chiesto: «Papà, ma io sono in prima, in seconda o in terza?». Il papà, a quel punto, aveva chiesto alla figlia il perché di quella domanda e la bimba gli aveva rivelato: «La maestra di sostegno mi ha portato nelle altre aule per farmi sentire come leggevano gli altri e mi ha detto che io non sono neanche da scuola elementare».

Dopo le accuse del papà della bimba, la scuola potrebbe presentare già oggi una querela per diffamazione nei confronti dell'uomo. Lo conferma il dirigente scolastico: «È necessario tutelare gli insegnanti e il buon nome della scuola, ci vengono addebitati dei fatti che non sono mai avvenuti e non si può accettare che vengano divulgate notizie infondate». Il papà della bimba, però, non ci sta e controbatte: «Mia figlia non dice bugie, l'ho vista piangere perché non voleva più andare a scuola. Le ho promesso che sarei andato a parlare con le maestre e così ho fatto: una volta giunto a scuola, ho cercato la maestra di sostegno ma non c'era. Allora ho raccontato loro cosa fosse accaduto e, come risposta, mi sono sentito dire che non era vero nulla, trattando me e la bambina da bugiardi. Non lo siamo, invece, né io né lei».

Le accuse dell'uomo non si fermano qui: «Mi sembra chiaro che a scuola mia figlia viva una situazione di forte disagio. Abbiamo assistenti sociali che la seguono a casa, con loro la mia bambina lavora benissimo perché è trattata con grande attenzione, come si deve fare con tutti i bambini che hanno un problema come il suo. Da scuola, invece, non le danno neppure i compiti per casa».
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Marzo 2019, 13:03
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