Fermo, vigile in servizio multato dai colleghi: fa ricorso e lo vince

Autovelox, vigile multato con l'auto di servizio dai colleghi: fa ricorso e vince
FERMO - Mai fidarsi dei colleghi. Lo sa bene un vigile urbano di Fermo che dallo scorso ottobre combatte una curiosa battaglia contro una multa che gli hanno rifilato dopo una foto con l’autovelox. A immortalarlo gli agenti di polizia locale (di Fermo) nel corso di un controllo lungo via Leti. A dargli ragione, ora, è il giudice di pace Giuseppe Fedeli che ha accolto il suo ricorso malgrado l’opposizione del Comune che aveva resistito in giudizio. «Un precedente importante - commenta il suo legale, l’avvocato Andrea Agostini - a garanzia del diritto degli utenti della strada alla contestazione immediata dell’infrazione».

Sarà anche un precedente importante, ma la notizia sta tutta in quello scatto malandrino all’auto, una Fiat Punto con la quale l’agente di polizia locale stava recandosi a effettuare un servizio. Ma né l’esiguo superamento del limite consentito (62 km/h ritoccati a 57 contro il massimo dei 50 all’ora previsti lungo la strada comunale) né, soprattutto, il fatto che stesse al volante di un’auto di servizio, sono bastati a farlo passare dal torto alla ragione, costringendolo a un ricorso contro i suoi stessi colleghi. Ironia della sorte, gli è costato più della multa stessa: se avesse saldato subito il conto, se la sarebbe cavata con 28,70 euro; se avesse aspettato i due mesi canonici sarebbe salito a 41. Invece il ricorso è costato 43 euro. Piccole cifre. Ma anche una questione di principio. Per vincere, ha dovuto battere altre strade, in particolare quella della contravvenzione che, per essere in regola, andava contestata subito.

Il caso è stato discusso in questi giorni davanti al giudice di pace e risale a un episodio dello scorso 24 ottobre, quando una pattuglia con tre agenti della polizia municipale si apposta in via Leti con un autovelox mobile per rilevare gli eccessi di velocità superiori ai 50 km/h. Poco dopo, in direzione mare, passa l’auto del vigile con il piede troppo pesante sul gas. Il limite, seppur di poco, è superato, e l’appartenenza allo stesso corpo non conta, tanto che pochi giorni dopo, il 31 ottobre, al collega viene notificato il verbale, dove si legge, tra l’altro, che la contestazione non è stata immediata in quanto l’apparecchio utilizzato consente di determinare l’illecito solo quando il mezzo è già transitato: il particolare che consente al vigile di scampare alla contravvenzione. «In sede di discussione - racconta Agostini - ho eccepito che il diritto di difesa è pieno solo nell’immediatezza del fatto. La contestazione solo in via eccezionale può essere differita e non basta ripetere a verbale le formule di legge: occorre motivare e, se richiesto, provare le ragioni che hanno impedito all’automobilista di difendersi e verificare la legittimità della multa». Ma via Leti è in rettilineo, c’è una banchina laterale; inoltre l’auto procedeva a una velocità modesta. Nulla impediva la contestazione immediata. Non basta: la strada è anche in pendenza e in questi casi si rischia di prendere una cantonata sull’effettiva velocità tenuta dal mezzo.

Un altro aspetto a favore del ricorso è la presenza della segnaletica sul controllo elettronico che si confonde con quella di un’altra colonnina autovelox, presente sulla strada ma da tempo in disuso. Tutti elementi grazie ai quali l’agente della polizia locale vince il ricorso. Agostini, ex sindaco di Porto San Giorgio e già protagonista di numerose battaglie legali contro le multe sulla Mezzina, si frega le mani. «Quella strada - chiosa - non impediva agli agenti di fermare l’automobilista. Per questo parlo di precedente importante: le multe, se non ci sono ostacoli, vanno contestate subito». E i vigili? A questo punto meglio lasciar perdere i colleghi. E, per non sbagliare, anche via Leti.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Maggio 2018, 09:15
© RIPRODUZIONE RISERVATA