Antonio Ingroia, l'ex pm avvocato di Gina Lollobrigida a "Storie Italiane": «Sta bene, è lucida. Il figlio l'ha resa triste»

A chiedere di tutelare il patrimonio di Gina Lollobrigida era stato il figlio Milco Skofic

Antonio Ingroia, l'ex pm avvocato di Gina Lollobrigida a "Storie Italiane": «Sta bene, è lucida. Il figlio l'ha resa triste»

Oggi l’udienza per il processo a carico di Andrea Piazzolla, ex factotum di Gina Lollobrigida, accusato di circonvenzione di incapace. Antonio Ingroia, l'ex pmzavvocato dell’attrice, è intervenuto in collegamento con “Storie italiane” di Eleonora Daniele su RaiUno.

Leggi anche > Napoli, mangia sushi al ristorante, Luca muore a 15 anni

A “Storie italiane” di Eleonora Daniele su RaiUno Antonio Ingroia, avvocato di Gina Lollobrigida

Antonio Ingoria, l'avvocato di Gina Lollobrigida a "Storie Italiane"

A “Storie italiane” di Eleonora Daniele su RaiUno Antonio Ingroia, avvocato di Gina Lollobrigida. Antonio Ingroia aveva già fatto sapere di aver pronto un’istanza di revoca dell'amministrazione di sostegno nei confronti della sua assistita: «Oggi – ha spiegato - nel processo penale nei confronti di Piazzolla si trattava di decidere chi la dovesse rappresentare, se l'avvocato scelto da lei, cioè io, oppure quello nominato dall’amministratore di sostegno.

Il giudice ha rigettato la mia istanza, il primo round non è andato bene ma non ci arrendiamo. Tutto ha radice nella decisone di nominare un amministratore di sostegno, e quello noi vogliamo eliminare. Non mi ha fatto piacere, speravo e confidavo. Lei in fondo ha 94 anni ed è molto energica. Sta bene, lucida, non condizionabile, capace di autogestirsi».

A chiedere di tutelare il patrimonio di Gina Lollobrigida era stato il figlio Milco Skofic, convinto che la mamma non sarebbe più nelle facoltà mentali di gestire i suoi averi: «Non sono uno psichiatra, - dice sempre Ingroia - ma qualche mese fa c’è stato un’udienza in cui si sono ascoltati i periti che si sono occupati del caso e ognuno ha detto una cosa diversa. Non c’è uniformità di giudici. Il figlio originariamente magari era ispirato da istinti di protezione, ma non si può non accorgere che la sua decisione dell’amministratore ha reso la madre triste. Dovrebbe chiedere lui il ritiro del provvedimento».


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Dicembre 2021, 13:08
© RIPRODUZIONE RISERVATA