Fidanzati uccisi a Lecce, l'assassino confessa: «Erano troppo felici»
GLI OGGETTI «La premeditazione del delitto risulta comprovata dai numerosi oggetti rinvenuti sul luogo del delitto (abitazione delle vittime e piazzale condominiale), in particolare il cappuccio ricavato da un paio di calze di nylon da donna, le striscette stringitubo, i cinque foglietti manoscritti in cui è decritto con inquietante meticolosità il 'cronoprogramma dei lavorì (pulizia...
acqua bollente.. candeggina... soda)». Lo scrive nel decreto di fermo il pubblico ministero Maria Consolata Moschettini riferendosi a un condotta criminosa del killer, Antonio Giovanni De Marco, «estrinsecatasi nell'inflizione di notevole numero di colpi inferti anche in zone non vitali (il volto di Daniele De Santis)».
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Settembre 2020, 14:45
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