Leggi anche > Fidanzati uccisi, De Marco agli inquirenti: «Li ho uccisi perché erano troppo felici»
La premeditazione del delitto risusulta comprovata dai numerosi oggetti rinvenuti sul luogo del delitto (abitazione delle vittime e piazzale condominiale ) in particolare il cappuccio ricavato da un paio di calze di nylon da donna, le striscette stringi tubi e appunto i cinque foglietti manoscritti n cuiera anche descritta la mappa con il percorso da seguire per evitare le telecamere».
Leggi anche > Testimone al 112: «Grida allucinanti».
Ecco perché urlavano «Andrea»
«La premeditazione del delitto risulta comprovata dai numerosi oggetti rinvenuti sul luogo del delitto (abitazione delle vittime e piazzale condominiale), in particolare il cappuccio ricavato da un paio di calze di nylon da donna, le striscette stringitubo, i cinque foglietti manoscritti in cui è decritto con inquietante meticolosità il 'cronoprogramma dei lavorì (pulizia... acqua bollente.. candeggina... soda)», scrive il pubblico ministero Maria Consolata Moschettini riferendosi a un condotta criminosa del killer «estrinsecatasi nell'inflizione di notevole numero di colpi inferti anche in zone non vitali (il volto di Daniele De Santis)». Colpi inferti con violenza e ripetutamente «senza che tali modalità dell'agire fossero necessarie - scrive ancora il sostituto procuratore - per l'economia e la consumazione del reato». Da qui si evince «un'indole particolarmente violenta, insensibile ad ogni richiamo umanitario».
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Settembre 2020, 14:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA