Valeria Zanna, responsabile di anoressia e disturbi alimentari dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, sono raddoppiati gli accessi al pronto soccorso, la situazione è sempre più grave?
«Purtroppo i casi di disturbi alimentari sono diventati abbastanza frequenti. Assistiamo a situazioni critiche dove c’è la necessità di intervenire con specialisti».
L’età si è abbassata?
«Ci sono casi anche dagli 8 anni in su. L’anoressia rappresenta l’intenzione di dimagrire: spesso inizia con una cura dell’alimentazione che, a causa dell’ansia, degenera fino a smettere di mangiare».
Che cosa accade all’organismo?
«Quando si smette di mangiare o lo si fa in maniera insufficiente arrivano serie conseguenze sul piano fisico. Bisogna intervenire per scongiurare ripercussioni permanenti».
Sono colpiti anche i bambini?
«Anche i bambini ormai sono influenzabili sul piano fisico, c’è un’attenzione all’immagine del corpo che inizia già in terza elementare. I genitori devono imparare a parlare di questi temi con i propri figli, anche confrontandosi con un medico».
C’è anche chi smette di mangiare all’improvviso?
«Purtroppo ci sono anche bambini che tutto di colpo smettono di mangiare e di bere.
In quel caso come si interviene?
«Il bambino non ha un costrutto mentale su cui poter intervenire. Innanzitutto bisogna rialimentare e idratare il paziente, con un ricovero: i bambini arrivano emaciati, con i battiti molto lenti. Quando non mangiano si abbassa la frequenza cardiaca e il problema si vede anche dai valori del sangue».
Perché con il covi la situazione si è aggravata così tanto?
«Perché è venuta a mancare quella risorsa importante, che fa da ammortizzatore, che è la socialità con cui tutto si stempera. È venuta meno la spinta vitale».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Marzo 2023, 08:03
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