«Già in terza elementare sono schiavi dell’idea di avere un corpo perfetto»

La responsabile di anoressia al Bambino Gesù: «Genitori, attenti ai segnali. Bisogna intervenire subito»

«Già in terza elementare sono schiavi dell’idea di avere un corpo perfetto»

di Lorena Loiacono

Valeria Zanna, responsabile di anoressia e disturbi alimentari dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, sono raddoppiati gli accessi al pronto soccorso, la situazione è sempre più grave?

«Purtroppo i casi di disturbi alimentari sono diventati abbastanza frequenti. Assistiamo a situazioni critiche dove c’è la necessità di intervenire con specialisti».

L’età si è abbassata?

«Ci sono casi anche dagli 8 anni in su. L’anoressia rappresenta l’intenzione di dimagrire: spesso inizia con una cura dell’alimentazione che, a causa dell’ansia, degenera fino a smettere di mangiare».

Che cosa accade all’organismo?

«Quando si smette di mangiare o lo si fa in maniera insufficiente arrivano serie conseguenze sul piano fisico. Bisogna intervenire per scongiurare ripercussioni permanenti».

Sono colpiti anche i bambini?

«Anche i bambini ormai sono influenzabili sul piano fisico, c’è un’attenzione all’immagine del corpo che inizia già in terza elementare. I genitori devono imparare a parlare di questi temi con i propri figli, anche confrontandosi con un medico».

C’è anche chi smette di mangiare all’improvviso?

«Purtroppo ci sono anche bambini che tutto di colpo smettono di mangiare e di bere.

Può accadere dopo un trauma, ad esempio se il cibo è andato di traverso, ma in quel caso bisogna intervenire nei primissimi giorni: si chiede il parere al pediatra e poi si va al pronto soccorso, anche per escludere patologie organiche».

In quel caso come si interviene?

«Il bambino non ha un costrutto mentale su cui poter intervenire. Innanzitutto bisogna rialimentare e idratare il paziente, con un ricovero: i bambini arrivano emaciati, con i battiti molto lenti. Quando non mangiano si abbassa la frequenza cardiaca e il problema si vede anche dai valori del sangue».

Perché con il covi la situazione si è aggravata così tanto?

«Perché è venuta a mancare quella risorsa importante, che fa da ammortizzatore, che è la socialità con cui tutto si stempera. È venuta meno la spinta vitale».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Marzo 2023, 08:03
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