Andrea, autistico, e quel tombino che continua a farlo soffrire. Il papà: «Ho scritto al sindaco e a Zaia, ma ho dovuto cambiare casa»

Il papà di Andrea ha chiesto più volte di sistemare un semplice tombino. Ma nessuno lo ha voluto ascoltare

Andrea, autistico, e quel tombino che continua a farlo soffrire. Il papà: «Ho scritto al sindaco e a Zaia, ma ho dovuto cambiare casa»

Basterebbe solo sistemare un tombino, per rendere più felice la vita di Andrea, un ragazzo di 28 anni con la sindrome di Asperger, forma lieve nell’ambito dei disturbi dello spettro autistico.

Il giovane, a ogni passaggio di auto sul tombino, vive un profondo disagio, che i genitori devono placare allontanandolo dalla casa o dandogli dei farmaci.

Inutile la richiesta da parte del padre di Andrea (nome di fantasia) rivolta al comune di Verona di sistemare il tombino. «Da maggio chiamo il Comune a più riprese chiedendo un intervento risolutivo, ma nulla è cambiato. Se non che abbiamo dovuto mandare mio figlio al mare con la madre per fargli ritrovare un po’ di serenità: per lui quei botti continui stavano diventando un incubo», racconta il papà in un'intervista su L'Arena.

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«Il Comune non fa nulla»

Il tombino che provoca un grande disagio ad Andrea, si trova appena a quale metro di distanza dalla casa in cui vive la famiglia di Andrea, che al passaggio di ogni auto provoca un rumore sordo, che purtroppo su quel tratto di strada si ripete decine e decine di volte al giorno.

«Vedendo come reagiva nostro figlio abbiamo chiesto conferma ai medici», racconta il papà, «questi pazienti percepiscono i rumori elevati all’ennesima potenza. E l’effetto è ancora maggiore la notte. Se passa un autobus, poi, a loro può sembrare la deflagrazione di una bomba. Tanto che dobbiamo somministrargli dei farmaci perché riesca a dormire. Eppure basterebbe così poco».

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Verona città "autism friendly"

Il padre di Andrea, per amore di suo figlio ha scritto al nuovo sindaco della città, Damiano Tommasi, e anche al governatore del Veneto, Luca Zaia, ma quel tombino rimane lì, senza alcuna manutenzione.

Il papà: «Ho contattato una ditta, intenzionato a pagare personalmente l’intervento, ma non hanno voluto prendersi la responsabilità. Davvero, non so più che fare: e pensare che Verona si proclama città “autism friendly“ con il suo progetto Welcome blue».

Per cercare di far vivere suo figlio, in modo più sereno, il genitore, alla fine, ha scelto di cambiare casa, dove non ci sono tombini fastidiosi. «È entrato dal cancello, ha visto il giardino dietro la casa, ha sentito il silenzio che c’è e mi ha detto “Papà, qui mi sento davvero bene“.


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Agosto 2022, 13:42
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