Gli studenti: «Quante vittime ancora prima che al ministero ci ascoltino?»

Gli studenti: «Quante vittime ancora prima che al ministero ci ascoltino?»

di Lorena Loiacono

«Siamo sconvolti. Quante morti ancora dobbiamo vedere». Sono in protesta da settimane gli studenti, che hanno invaso le piazze di tutta Italia per manifestare contro gli stage, i tirocini e l’alternanza scuola lavoro dopo la morte del giovane Lorenzo di Udine. E ora la storia si ripete, drammaticamente, con Giuseppe impegnato in uno stage di un corso di formazione professionale.

«Non è possibile morire di lavoro a 16 anni – denuncia Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale Rete degli studenti medi - questa cosa ci sconvolge. Sentiamo l’urgenza di risolvere il problema della sicurezza sul lavoro in Italia».

Sono pronti a nuove proteste e si rivolgono direttamente al ministro Bianchi: «Lanciamo un appello al ministro, al di là delle competenze specifiche vogliamo che il discorso sia più ampio: quanti ragazzi ancora devono morire prima di avviare un confronto con gli studenti sul rapporto tra mondo della scuola e mondo del lavoro?».

Esprimono solidarietà alla famiglia e agli amici del giovane Giuseppe anche i ragazzi dell’Unione degli studenti: «Queste morti sono causate da un sistema malato ha denunciato Luca Redolfi, coordinatore nazionale Uds - volto solo al profitto. Vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole».


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Febbraio 2022, 08:32
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