Amatrice, il Comune deve pagare 90mila di mora per i contributi versati in ritardo a causa del sisma: «Una persecuzione»

La denuncia del sindaco Giorgio Cortellesi: «Qui era tutto distrutto, non avevamo neanche le penne»

Amatrice, il Comune deve pagare 90mila di mora per i contributi versati in ritardo a causa del sisma: «Una persecuzione»

Una mora da 90mila euro pende sulle casse del Comune di Amatrice, si tratta di un mancato pagamento dei contrbuti relativi al periodo del terremoto e versati in ritardo. A denunciarlo su Facebook è stato il sindaco del comune del reatino Giorgio Cortellesi, che commenta: «È una vergogna e una persecuzione».

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Il pagamento di 43mila euro per l'Irpef versata in ritardo

 

«Lo scorso 3 febbraio abbiamo protestato con l'Inps per la nota ingiustizia perpetrata a nostri danni. Abbiamo gridato alla politica, alla stampa e alle istituzioni competenti che eravamo stati condannati per il terremoto. Ebbene, questa condanna continua e ormai è definitiva. Oltre l'Inps anche l'Agenzia delle Entrate, il 15 novembre, ci ha ingiunto che dobbiamo pagare altri 43mila euro per sanzioni e interessi, dovuti al ritardato pagamento delle ritenute Irpef di competenza del 2017, versate a settembre 2018, con l'obbligo di affrettarci, altrimenti le sanzioni saranno più alte di un terzo. Tra Inps e Agenzia delle Entrate siamo arrivati a quota 90mila euro». Questa la denuncia del sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi.

«Il Comune aveva perso ogni cosa»

 

«Come noto - prosegue - è una vicenda che parte da lontano.

Esattamente dal tragico sisma del 24 agosto 2016. L'Amministrazione allora in carica, pur avendo provveduto a erogare gli stipendi, non era riuscita a pagare i contributi C.P.D.E.L. e Inadel dei propri dipendenti (riguardante i mesi di agosto e settembre 2016). Voglio ricordarlo a chiare lettere: il Comune aveva perso ogni cosa, non aveva neanche carta e penna, figuriamoci il collegamento telematico per controllare tali pagamenti. E nonostante tutto, i contributi, pur in ritardo sono stati pagati. Restavano in piedi solo le relative sanzioni. Da quel momento in poi, è iniziato un fitto scambio epistolare con l'Inps per chiarire alcuni aspetti interpretativi della norma. E l'Inps, incurante delle nostre osservazioni e delle nostre criticità (una comunità in difficoltà economica e strutturale), ha continuato a pretendere anche gli interessi (circa 40mila euro)». Dice ancora il primo cittadino di Amatrice nella nota: «Nell'ultima lettera dell'Istituto del 19 novembre dello scorso anno, a firma del dirigente Filippo Pagano, si ribadiva il diktat, col ricatto della concessione del Durc (che vincola le attività amministrative alla regolarità dei versamenti, pena il blocco delle attività), richiamandosi al Decreto legislativo numero 165 del 2001 e soprattutto al decreto Mef del 2016, che prevede l'esenzione degli interessi unicamente ai privati, i quali 'a differenza delle amministrazioni pubbliche, non dispongono di sufficienti risorse per fronteggiare le emergenze originate dall'evento sismicò. Stessa motivazione paradossale sostenuta dall'Agenzia delle Entrate - ha concluso il sindaco - che discrimina Amministrazioni come Amatrice che oltre ai danni del terremoto deve fronteggiare problematiche quotidiane per rialzarsi e ripartire. Morale della favola: un incubo per noi. È una vergogna e una persecuzione».


Ultimo aggiornamento: Domenica 18 Dicembre 2022, 12:41
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