Alluvione, gli sfollati tornano nelle loro case: è tutto da buttare. «Ma ringraziamo di essere ancora vivi»

Lungo le vie dei quartieri più colpiti, a ridosso del fiume, sono allineati cumuli di rifiuti. C'è chi la casa non l'ha mai lasciata e chi, dopo essere stato sfollato, prova a ripartire

Alluvione, gli sfollati tornano nelle loro case: è tutto da buttare. «Ma ringraziamo di essere ancora vivi»

di Redazione Web

Alluvione, gli sfollati tornano a casa ma è tutto distrutto. È corsa contro il tempo a Cesena per liberare le strade dal fango prima che questo si cementifichi con il sole dei prossimi giorni. Tra le vie devastate dalla piena del Savio di martedì scorso, i residenti lavorano dalla mattina alla sera per sgomberare i piani inondati. Elettrodomestici, mobili, i ricordi di una vita: tutto da buttare. Un esercito di volontari, soprattutto giovani, li sta aiutando.

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Gli sfollati tornano a casa

Lungo le vie dei quartieri più colpiti, a ridosso del fiume, sono allineati cumuli di rifiuti. C'è chi la casa non l'ha mai lasciata e chi, dopo essere stato sfollato, prova a ripartire. «L'acqua era alta. Mio marito e mio figlio grande sono usciti a nuoto. Sono stata portata via con un gommone insieme ai cani», racconta Giancarla Siboni, la cui casa unifamiliare sorge a cinquanta metri dall'argine del corso d'acqua esondato. Il piano terra è già stato liberato, resta solo il segno del fango sui muri. «I danni sono sicuramente notevoli, è tutto da rifare. Porte, armadi, la cucina... tutta la casa», spiega.

La spesa sarà notevole. «Speriamo nell'aiuto del governo, che non siano solo parole, perché da soli facciamo fatica.

Siamo una famiglia di quattro persone monoreddito. È difficile». «Non è stato sicuramente una cosa che dimenticheremo presto», aggiunge. Il figlio diciottenne Gianluca Zani ricorda: «Era tutto un mare d'acqua, i mobili galleggiavano». Il livello dell'acqua aveva raggiunto un metro e 60. «Abbiamo distrutto la cucina. I mobili li abbiamo buttati via - spiega il giovane -. Grazie agli amici ci abbiamo messo poco».

 

«Ringrazio di essere vivo»

Qualche via più in là c'è Maurizio Casadei, il cui garage interrato è stato completamente sommerso, così come metà del piano terra. Cerca però di guarda al positivo e ringrazia di essere ancora vivo. «Era una cosa impressionante - ricorda facendo riferimento all'esondazione -. Era notte, tutto buio, giravano questi gommoni per andare a vedere nelle case, guardavano nei piani bassi, cercavano la gente. Chiedevano: c'è qualcuno? Una cosa apocalittica».

Nei giorni scorsi una frotta di volontari l'ha aiutato a sgomberare casa sua da tutti i mobili da buttare. Si sente però grato per l'aiuto ricevuto. «Grazie ai giovani - dice con entusiasmo -. Mi hanno aiutato con i secchi, perché le pompe non c'erano. Hanno fatto una catena umana. Non ho mai visto una cosa così, ce n'erano una trentina solo nel mio garage - ricorda col sorriso -. Mi avevano visto che giravo a vuoto, mi hanno messo da parte e via, largo ai giovani». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Maggio 2023, 21:37
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