Allarme tornado, dal Lazio alla Calabria: le regioni più a rischio. Il Cnr: «Serve un sistema di monitoraggio»

Nel 2019 un tornado sul litorale laziale ha provocato la morte di una donna. Dal 1990 ce ne sono stati 445 in Italia

Allarme tornado, dal Lazio alla Calabria: le regioni più a rischio. Il Cnr: «Serve un sistema di monitoraggio»

Allarme tornado in Italia. Ad essere più a rischio sono le aree che si affacciano sul Tirreno (Lazio in particolare), le regioni sud-orientali (Puglia-Calabria) e la Pianura Padana. La ricerca condotta dal Cnr-Isac è stata pubblicata su "Atmospheric Research". In quella che si preannuncia come la settimana più calda dell'anno, con picchi oltre i 40 gradi, si aggiunge il timore per le catastrofi climatiche. E mentre l'Europa è soffocata dall'anticiclone africano, i ricercatori pongono l'attenzione sul fenomeno atmosferico, per cui è necessario «un sistema di monitoraggio per la previsione operativa di tali fenomeni intensi».

 

Regioni centrali tirreniche hot-spot per i tornado

Secondo la ricerca del Cnr dal 1990 al 2021 si sono abbattuti sull'Italia 445 tornado. «Recenti studi hanno evidenziato come i tornado nell’area mediterranea, e in Italia in particolare, non siano degli eventi rari», si legge sul rapporto del centro di ricerche. «Esistono delle forzanti specifiche - commenta Elenio Avolio del Cnr-Isac -, come la temperatura superficiale del mare, con un ruolo importante nello sviluppo di tali eventi».

Ma qual è il motivo perché colpisce il Lazio? «Le regioni centrali tirreniche Italiane possono essere definite come un hot-spot per i tornado nell’area mediterranea». Per quanto riguarda il Tirreno le condizioni atmosferiche medie sono caratterizzate da «un'area di bassa pressione» sull’Italia nord-occidentale, sia in quota che in superficie, e da «venti al suolo sud-occidentali in grado di trasportare aria più calda della media verso le regioni colpite». 

Il caso del tornado del 2019

Il tornado che nell'estate del 2019 ha provocato la morte di una donna a Fiumicino, è stato scelto come caso studio e analizzato in dettaglio mediante simulazioni numeriche ad alta risoluzione (modello ad area limitata WRF), al fine di comprendere al meglio le caratteristiche dinamiche e verificare la capacità predittiva di un simile fenomeno. «I risultati hanno mostrato come sia possibile prevedere con successo valori elevati di specifici indicatori d’instabilità atmosferica e di convezione profonda tipici dei tornado, nonché di simulare correttamente la struttura delle celle convettive responsabili della genesi di tali eventi», conclude Elenio Avolio.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Luglio 2022, 16:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA