Se accetti "tutti i cookie", compresi quelli di profilazione, oltre a sostenere la nostra offerta gratuita, riceverai annunci pubblicitari in linea con i tuoi interessi.
Se invece accetti solo i cookie "strettamente necessari" riceverai pubblicità generalista di cui non sarà possibile limitare il numero e la ripetizione.
Allarme baby pornografia: sul web il primo contatto con immagini esplicite già a sette anni. L'esperta: «Attenzione alle battute a sfondo sessuale»
358 share
di Lorena Loiacono
Allarme internet tra i più piccoli: vedono la prima immagine pornografica già a 7 anni e un adolescente su cinque subisce molestie in rete. Rischi altissimi su cui le famiglie devono alzare l'allerta. Sempre connessi, tra giochi online e video musicali, e costantemente a rischio di entrare in contatto con contenuti sessuali a loro vietati. L'età del primo contatto con la pornografia si sta decisamente abbassando, fino ai primissimi anni di scuola, quando i bambini iniziano a navigare in internet, senza controllo, e a trovare online risposte del tutto inappropriate alle loro prime curiosità sul mondo dei grandi.
L'allarme arriva dall'Osservatorio nazionale Adolescenza onlus: l'età media della prima esposizione alla pornografia è tra i 7-8 e gli 11 anni e viene spesso favorita dalla disponibilità di un proprio smartphone e di un accesso a internet senza filtri. Se i bambini e i ragazzi ricorrono alla rete per socializzare e giocare, sono abituati a cercare lì qualunque tipo di informazione, senza una guida, anche rispetto alla loro sessualità.
Secondo i dati dell'Osservatorio, in quinta elementare i bambini sono già entrati in contatto almeno una volta con filmati hard, proprio a causa del costante accesso alla rete. In Europa il 14% dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni ha visto online scene con contenuti sessuali. Un dato preoccupante visto che i cosiddetti nativi digitali tanto veloci online, restano però confusi e poco informati sull'educazione sessuale: il 95% di loro, infatti, non riceve informazioni né a casa né a scuola. Oltre nove adolescenti su 10 sono pieni di dubbi a cui non riescono a trovare risposte con l'aiuto degli adulti. La risposta più facile ma anche la più pericolosa arriva da un semplice click sui motori di ricerca. E il rischio è che, dopo un primo contatto involontario, il bambino continui a cercare quel tipo di contenuti e che, in una fase tanto delicata dello sviluppo, possa pensare che i modelli di sessualità e di relazioni affettive proposti dalla pornografia siano normali e perciò da cercare, anche in futuro, nella vita reale.
Non solo, tra i rischi peggiori c'è anche l'adescamento online: una recente ricerca di Eu Kids Online denuncia che nel periodo 2016-2018 il 18% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha riferito di essere stato infastidito sul web, mentre una percentuale tra il 13% al 17% dichiara si è accorto di essere stato derubato delle proprie credenziali e dei propri dati personali online.
riproduzione riservata ®
L'ESPERTA: «UNO DEI SEGNALI LE BATTUTE A SFONDO SESSUALE»
Maura Manca, psicologo clinico e psicoterapeuta, presidente dell'Osservatorio nazionale Adolescenza onlus, a che cosa sono esposti i bambini?
«Oggi siamo in una società in cui anche i bambini delle elementari sono sempre più a contatto con gli stimoli di natura sessuale. Entrano in contatto con contenuti espliciti anche senza ricercarli, anche con i video musicali. Basta avere un telefonino o un tablet».
Che rischio si corre?
«Nel caso della pornografia, è sbagliato inserire quelle immagini in un tessuto con cui non sono venuti già in contatto: non hanno competenze per decodificare quelle immagini».
È sufficiente vietare l'uso di internet?
«Temo di no. Alle elementari la curiosità porta a cercare informazioni online, quindi un bambino che non usa lo smartphone può accedere a quelle immagini tramite le ricerche del compagno di scuola. E può accadere anche a 7 anni».
Come se ne può accorgere un genitore?
«Dal fatto che i bambini iniziano a fare battute con contenuti sessuali che prima non facevano oppure fanno domande esplicite».
Come reagire?
«Non dobbiamo trattare l'argomento come un tabù».
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout