Nigeriano ucciso, il comune pagherà i funerali. La moglie: «L'ultimo bacio alla stazione, poi non l'ho più visto»

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Il Comune di Civitanova Marche pagherà i funerali di Alika Ogorchukwu, l'ambulante nigeriano ucciso in strada da un 32enne italiano, Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, sotto gli occhi dei passanti che invece di intervenire e salvargli la vita hanno ripreso la scena con il cellulare. A dirlo è l'avvocato Francesco Mantella, legale dei familiari del nigeriano ucciso ieri in corso Umberto I: «Il Comune di Civitanova si è offerto di pagare il funerale di Alika Ogorchukwu, come gesto di vicinanza alla sua famiglia».

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Mantella questa mattina è stato ricevuto dal sindaco Fabrizio Ciarapica, insieme alla moglie della vittima e ad una rappresentanza della comunità nigeriana. «La moglie cercava conforto - ha detto il legale - e lo ha trovato. Il sindaco si è attivato per pagare le spese del funerale e si attiverà per far avere alla famiglia anche un sussidio dopo. Per questo si interfacceranno i servizi sociali di San Severino, dove la coppia viveva, e quelli di Civitanova Marche».

La moglie: «L'ultimo bacio alla stazione, poi non l'ho più visto»

«L'ultimo bacio ieri mattina alla stazione di San Severino, una brioche per merenda. Poi non l'ho più visto», sono le parole della moglie della vittima riferite all'Adnkronos da Francesco Mantella, avvocato della famiglia della vittima. Il nigeriano ucciso ieri da un 32enne nel corso principale di Civitanova Marche sarà sottoposto all'esame autoptico la prossima settimana. «Assisteremo all'esame autoptico con i nostri medici per fare in modo che le attività siano quanto più finalizzate all'accertamento della verità e ad avere elementi di valutazione».

«La Procura procede per omicidio volontario per futili motivi - spiega il legale all'Adnkronos - non c'é formalmente l'aggravante dell'odio razziale però non mi sembra neanche possibile escluderla a priori, considerate le modalità con le quali questa morte è arrivata. C'è stata una veemenza, una insistenza, una ferocia nell'aggressione che deve trovare spunto e fonte da qualche altra componente. Se non è odio razziale è comunque qualcosa di simile».

Quanto alla moglie di Alika, che prestava servizio saltuario di pulizie alla stazione ferroviaria di San Severino, dove stava lavorando anche l'ultima volta che ha salutato il marito, continuerà a vivere nel paesino del maceratese insieme al figlio di 8 anni: «Ha chiesto un aiuto al sindaco di Civitanova, che oggi ci ha ricevuto - dice ancora l'avvocato Mantella - e aspetta un aiuto concreto anche dai servizi sociali del paese dove vive».

 

L'avvocato di Alika: «Era felice per il permesso di soggiorno»

L'avvocato ha poi ricordato che Alika mercoledì scorso era felice «perché gli avevo comunicato che gli avrebbero rinnovato il permesso di soggiorno, è stata l'ultima volta che l'ho visto, l'ho lasciato con il sorriso». Mantella ha già nominato due consulenti di parte per l'autopsia sulla salma del nigeriano morto. «Sono Stefano e Francesca Tombesi - ha detto il legale - vogliamo seguire ogni sviluppo perché ci sia giustizia. E' chiaro dai filmati che circolano che l'aggressore non ha avuto un minuto di esitazione nel fare quello che ha fatto.

Un gesto orientato chiaramente a sopprimere la vittima. Dai filmati lo chiama "pezzo di m...." Non può esserci ipotesi diversa dell'omicidio volontario. Mi chiedo se Alika fosse stato italiano? Come si sarebbe atteggiato? Avrebbe reagito allo stesso modo? Alika era un padre di famiglia, non aveva arrecato fastidio. Non è incidente di percorso - sottolinea l'avv. Mantella -, quella persona trasudava rabbia e la cosa grave è che nessuno è intervenuto dandogli un calcio o una spinta per fermarlo o tirarlo via. Su una panchina in quel momento c'è un signore che si volta dall'altra parte e se ne va». 

Alika ucciso a mani nude da Ferlazzo

Alika Ogorchukwuch è stato inseguito da Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, colpito prima con la stampella e poi a mani nude per 3-4minuti. È il racconto dell'aggressione fatto da due turiste in vacanza a Civitanova Marche testimoni determinanti nella ricostruzione della dinamica dell'omicidio dell' ambulante nigeriano. È uno dei particolari emersi durante la conferenza stampa del capo della Squadra Mobile di Macerata Matteo Luconi e del dirigente del Commissariato di Civitanova Marche Fabio Mazza.

Le due donne in particolare avrebbero assistito al primo incontro tra Alika e Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, il 32enne salernitano arrestato per omicidio volontario e rapina, nei pressi della stazione, in un punto non coperto dai sistemi di videosorveglianza. Alika avrebbe chiesto all'uomo, che era in compagnia della fidanzata, dei soldi. In quel momento non ci sono stati né contatti fisici né battute nei confronti della donna.

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Alika si è poi allontanato, ma a quel punto Ferlazzo lo ha inseguito e aggredito, prima colpendolo con la stampella del nigeriano, che è caduto a terra, e poi colpendolo ancora a mani nude per 3-4 minuti. Infine Ferlazzo si è alzato e si è allontanato. La polizia è arrivata subito dopo e una delle due donne ha indicato agli agenti la direzione in cui era andato. Anche la fidanzata del 32enne è stata sentita come testimone, ma solo per la parte relativa all'incontro con l' ambulante. Non avrebbe invece assistito all'aggressione. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Agosto 2022, 20:29
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