Alice Neri, il collega che l'ha vista per ultimo rompe il silenzio: «Mai scappato»

L'uomo, come il marito, è indagato per l'omicidio della donna trovata carbonizzata all'interno della sua auto. Ma le sue dichiarazioni potrebbero aver dato una svolta decisiva alle indagini

Alice Neri, il collega che l'ha vista per ultimo rompe il silenzio: «Mai scappato»

di Niccolò Dainelli

Il giallo sulla morte di Alice Neri nelle ultime ore ha vissuto una svolta. Le indagini, sulla giovane mamma trovata morta all'interno della sua auto carbonizzata, procedono serrate e il mistero dell'omicidio potrebbe presto essere sciolto. Una sterzata merito delle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti dal collega che l'ha vista per ultimo, insieme a quelle del marito, entrambi indagati. L'uomo, che ha passato la sera del 18 novembre scorso insieme alla 32enne, si è però sempre contraddisinto per il suo silenzio, un mutismo che, secondo i suoi legali, avrebbe un motivo ben preciso. 

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Principale sospettato

 

I pubblici ministeri modenesi Claudia Natalini e Giuseppe Amara hanno ascoltato nella giornata di venerdì 9 dicembre il collega di lavoro di Alice Neri, la 32enne trovata morta a Concordia, in provincia di Modena. L'uomo, così come il marito della donna (che a sua volta ha risposto alle domande dei magistrati) e il principale sospettato per il delitto, un 29enne tunisino (Mohamed Gaaloul) che in questo momento si troverebbe in Svizzera, è indagato per omicidio volontario e distruzione di cadavere. A confermare la notizia sono gli avvocati che assistono il collega di Alice Neri, che avrebbe trascorso con la 32enne le ultime ore prima del delitto in un locale a Concordia.

 

«Estraneo ai fatti»

«Il nostro assistito è estraneo ai fatti - dicono gli avvocati Matteo De Santis e Roberta Sofia di Modena insieme a Pierluigi Olivieri e Luigi Esposito di Sassari - e questo risulta anche da riscontri tecnici. Venerdì scorso è stato sentito dalla procura e ha fornito elementi utili alle indagini. Teniamo a precisare che il nostro assistito non è tornato in Sardegna, ma che il silenzio sulla vicenda gli è stato consigliato dai suoi avvocati sin dall'inizio, anche per rispetto della vittima e dei suoi famigliari».

Nel mentre non risulta sia rientrato in Italia il 29enne tunisino, principale indagato, che si sarebbe allontanato dall'Italia il giorno dopo la morte della giovane e la cui abitazione di Concordia è stata perquisita dai carabinieri proprio nella giornata di venerdì. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Dicembre 2022, 22:02
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