Alessia Pifferi continua a far parlare. La donna di 37 anni accusata di aver causato la morte di sua figlia di 18 mesi abbandonandola sola in casa e facendola dunque morire di stenti, dal carcere di San Vittore cerca di raccontare la sua storia. Un diario segreto nel quale si racconta e che Quarto Grado ha portato alla luce.
Il racconto
«La mia bambina mi manca tantissimo. Mi manca prendermi cura di me stessa, esteticamente e fisicamente, mi manca anche la mia casa e i miei vestiti. Mi manca cucinare, pulire e il ballo. Sono sempre stata una ragazza attiva, solare, dolce e seria soprattutto, ma da quando mi trovo in carcere per la perdita di mia figlia Diana mi sento sempre più giù. E più vado avanti e più è peggio». La donna dal carcere racconta la sua vita in carcere, ma nel suo diario segreto trova spazio anche il suo passato fatto di tanti fallimenti e dolori.
Il suo passato
Alessia Pifferi ricorda con dolore tutti i fallimenti a cui ha dovuto far fronte e quella luce di speranza in fondo al tunnel rappresentato da quella bambina che poi ha abbandonato al suo triste destino. «Tra la separazione, la perdita del mio bambino, il lutto di papà e la mia chemioterapia, non fu facile riprendermi eppure riuscii a rialzarmi grazie alle poche amiche che ho.
Le dolci parole per Diana
La 37enne dedica molte parole dolci per la sua piccola Diana. Pagine intere dove ripercorre i loro momenti insieme fino a quell'ultimo incontro dove, probabilmente, ha realizzato di aver rovinato tutto: «Con lei avevo un rapporto bellissimo, era la luce della mia vita, il mio tutto. Per me non è mai stata un intralcio, né un ostacolo nella mia vita. Quel mercoledì quando sono tornata a casa ho aperto la porta velocemente per mangiarmela di baci, invece l'ho trovata con gli occhi mezzi aperti, le mani e i piedi scuri».
Ultimo aggiornamento: Sabato 5 Novembre 2022, 13:45
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