Alessandro Sandrini, italiano rapito. La telefonata alla mamma: "Lo stato vuole farmi morire qui"

Alessandro Sandrini, italiano rapito. La telefonata alla mamma: "Lo stato vuole farmi morire qui"
«Lo Stato italiano non sta facendo nulla per me e vuole farmi morire qui». Questo il disperato sfogo, al telefono con la madre, di Alessandro Sandrini, il 33enne bresciano scomparso da oltre un anno dopo essere stato rapito durante un viaggio in Turchia. La madre di Alessandro ha ricevuto la quarta telefonata dal figlio dopo quelle del 19 ottobre, del 3 e del 22 dicembre scorsi.

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L'ultima telefonata, quella giunta domenica scorsa, è durata circa sette minuti ed è partita da un numero che ha agganciato una cella siriana ed è stata confermata dagli inquirenti che stanno lavorando al caso. La Procura di Brescia e la Farnesina sono in contatto con la madre del bresciano da un anno dopo la denuncia di scomparsa depositata dalla donna.

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Il giovane era partito per una vacanza ad Adana, 180 chilometri da Aleppo, il 3 ottobre 2016 e sarebbe dovuto tornare in Italia sette giorni dopo. Viaggio, albergo compreso, interamente pagato in Italia prima della partenza.
Per oltre dodici mesi non ha mai chiamato a casa. «Mi hanno sequestrato il secondo giorno di vacanza. La sera mentre ero in strada a piedi», ha detto aggiungendo: «chi mi tiene sotto sequestro parla arabo e quando mi porta da mangiare ha il volto coperto. Non ce la faccio più». Sandrini ha chiesto poi alla madre un indirizzo mail sostenendo che i sequestratori sarebbero pronti ad inviare un video.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Gennaio 2018, 11:48
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